[Quello che segue è il testo dell'intervento che abbiamo fatto oggi – anzi, ormai era ieri – al Festival di Cultura Indipendente chiamato Quindie?, a Fidenza, in provincia di Parma. Dice: ma sembra quello che avete letto al Salone del Libro di Torino. Rispondiamo: bravo, grazie, si vede che ci segui con attenzione.]
Buongiorno.
Si sente se parlo così?
Prima di cominciare vorremmo ringraziare il Quindie?, se si pronuncia così, ché è difficile mettere una parola interrogativa in una frase affermativa – comunque, fin qui ci è sembrato interessantissimo e ci scusiamo anticipatamente se questo nostro intervento imbolsirà tutta la questione; e poi io ho questa cosa che non riesco a parlare a braccio e mi sono scritto tutto, spero che non vi disturbi – ringraziamo tutti e in particolar modo vorremmo ringraziare Matteo Martignoni, che ci teneva così tanto che dicessimo qualcosa sulla nostra esperienza di autoproduzione da convincerci a venire qui, su questo pulpito, a dire delle cose.
Anche se sul programma c’è scritto “Intermezzo con Barabba Edizioni” – che è corretto, perché siamo proprio noi Barabba Edizioni – in realtà il nostro intervento si intitola “Da ognuno secondo le proprie capacità: breve storia dell'anarco-barabbismo editoriale”, dura circa mezz’ora e parlerà di Barabba Edizioni, una casa editrice che non vende niente, non spende niente, non guadagna niente e, insomma, non esiste, anche se pubblica dei libri. Parleremo anche di qualcuno di questi libri, che sono essenzialmente degli ebook gratuiti, dei libri digitali, ma ce n’è uno anche di carta. Anzi, uno e mezzo, visto che l’ultima uscita è croccantissima e ve ne ha parlato simone rossi, l’autore, prima di questo intervento, anche se sul programma c'era scritto che doveva esser dopo. Portate pazienza.
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Quella che stiamo per raccontarvi è una storia che inizia nel 2006, quando il mio socio carlo dulinizo e il sottoscritto pensiamo Dai, facciamo una rivista letteraria di carta, da mettere nelle edicole della zona di Carpi – perché siamo di Carpi. Il mio socio era stato folgorato da Pär Lagerkvist e allora abbiam detto Chiamiamo la rivista Barabba. Ci sembrava un bel nome, Barabba, per una rivista letteraria. Così, ci siamo trovati, noi due insieme a qualche altro carpigiano, abbiamo aperto un blog, l’abbiamo chiamato, appunto, Barabba e abbiamo fatto una riunione per capire cosa scriverci dentro e come costruire la nostra rivista. Visto che eravamo persone serie, abbiamo anche tenuto un verbale che adesso carlo dulinizo, il mio socio, vi leggerà.
(carlo dulinizo legge il verbale della prima riunione barabbista del 2006)
E poi cos’è successo? È successo che abbiamo scoperto di non essere delle persone così serie, e dopo aver fatto un po’ di campagna promozionale sul blog, dopo che avevamo rifiutato anche un invito di Ugo Cornia per entrare in una rivista letteraria che forse si sarebbe chiamata l’Accalappiacani e aver così scoperto di essere anche poco furbi, niente, Barabba, la rivista, non ha mai visto la luce.
Sconsolatissimi, dopo un po’ abbiamo smesso anche di scrivere sul blog, e siamo tornati ognuno alle proprie occupazioni: io all’ingegneria, carlo dulinizo, il mio socio, a laurearsi in lettere e nuotare in piscina.
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Poi, all'inizio del 2010, anzi per la precisione era la fine del 2009, mi è venuto da riesumare il blog per scriverci quello che mi passava per la testa. E anche il dulinizo ha ripreso a scriverci. Lo usavamo proprio come si usa un blog, così, senza impegno eccessivo.
Ma verso la metà di febbraio del 2010 mi sono incontrato col mio socio e gli ho chiesto Be’, ma se facessimo un ebook sulla Resistenza, visto che quest’anno a Carpi – siamo di Carpi, ve l’ho già detto – c’è l’anniversario di Materiali Resistenti? Lui, il mio socio, mi ha detto Ok, pensaci tu per le questioni dell’internet, io organizzo la serata di presentazione. Va bene, gli ho risposto, proviamo a fare ebook collettivo, in pdf, proviamo a coinvolgere le blogsfera. Lui mi ha detto Va bene. Io gli ho detto Allora siam d’accordo. Lui mi ha detto Sì.
Così abbiamo cominciato. Siamo partiti a reclutare scrittori, disegnatori, fotografi e poeti su tutti i social network disponibili (facebook, twitter, tumblr, il blog, eccetera, anche se quello che ha funzionato di più, in termini di partecipazione, è stato FriendFeed). Ci eravamo inventati un tormentone: “Barabba dice 26×1” (una specie di calco del segnale in codice che ha fatto partire la Resistenza, a suo tempo, negli anni ’40, e diceva: “Aldo dice 26×1”) e il 15 di aprile, la deadline per la consegna, avevamo già raccolto una sessantina di contributi tra racconti, saggi, ragionamenti, poesie, disegni, foto e perfino un monologo teatrale di venti pagine.
Poi l’abbiamo impaginato e l’abbiamo chiamato Schegge di Liberazione, forse ne avete sentito parlare. L’abbiamo pubblicato gratuitamente su internet, in pdf, e presentato in pubblico il 24 aprile 2010, in un locale di Carpi, con delle letture e dei blogger che erano venuti da mezza Italia per leggere in pubblico i propri pezzi o quelli altrui, o anche solo per vedere cosa stava succedendo. Dentro ci sono dei racconti bellissimi, come quello che ha scritto Ilke Bab e che adesso vi legge osvaldo, cioè l’elena.
(l’elena legge Resistenza di Ilke Bab)
È andata così bene che ci han chiamati a leggerlo a Bologna (due volte), poi a Milano, a Venezia, Perugia, Roma, Fabriano e anche in una radio. Insomma, un ebook e un tour di presentazione, proprio come per i libri veri.
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È andata così bene che verso la metà di maggio, sempre nel 2010, mi incontro ancora col mio socio e gli dico: Be', ma se facessimo un ebook sulla Sfortuna, visto che quest'anno a Carpi – adesso sembra che a Carpi succeda un po' tutto – c'è il decennale del Festival di Filosofia e il tema è la Fortuna. Lui, il mio socio, mi ha detto Ok, pensaci tu per le questioni dell'internet, io organizzo la serata di presentazione. Va bene, gli ho risposto, allora siam d'accordo. Lui mi ha detto Sì.
Così abbiamo ricominciato. Ancora, su facebook, su twitter, su tumblr, a voce, e soprattutto su FriendFeed, abbiamo reclutato scrittori, fotografi e disegnatori. Ci eravamo inventati un altro tormentone: “Accettate la sfiga” (che era il primo gioco di parole che ci è saltato in mente, ma alla gente piaceva). E il 9 di settembre, la deadline per la consegna, avevamo già raccolto una settantina di contributi, tra racconti, saggi, ragionamenti, poesie, disegni e foto; e alcuni degli autori erano tra quelli che avevano già partecipato a Schegge di Liberazione, altri erano nuovi.
Poi l’abbiamo impaginato (due volumi, questa volta, in pdf) e chiamato Cronache di una sorte annunciata (che era il secondo gioco di parole che ci è saltato in mente), forse ne avete sentito parlare, è uscito venerdì 17 settembre 2010. L'abbiamo pubblicato gratis su internet e presentato in pubblico quella sera lì, in un locale, con delle letture e dei blogger che ancora erano venuti da mezza Italia per leggere in pubblico i propri pezzi o quelli altrui, o anche solo per vedere cosa stava succedendo. Dentro ci sono delle cose che secondo noi vale la pena ascoltare, come il pezzo che adesso vi legge grushenka, l’ha scritto lei, si chiama “Venticinque”.
(grushenka legge Venticinque)
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È andato molto bene anche Cronache di una sorte annunciata, con migliaia di download e apprezzamenti. E intanto eravamo ancora in giro a leggere Schegge di Liberazione. E insomma, ci siam detti Va bene, siamo contenti così, portiamo ancora in giro le Schegge per un po’, dove ci chiamano, poi magari torniamo alle nostre normali occupazioni, io l’ingegnere oberato, dulinizo il letterato disoccupato e il nuotatore.
Solo che, insomma, quando inizi a fare una cosa, poi ti rimane il tarlo lì che ti gira nel cervello, vuoi provare a spingerti più in là, percorrere strade nuove, e intanto che il mondo gira, il tempo passa, il 2010 sta per finire e il tarlo è ancora lì che tarla, succede che esplodono gli ebook reader: Kindle, iPad, telefoni che leggono i libri, cose così. E mentre convertiamo e pubblichiamo le Schegge e le Cronache anche in formato epub e mobi, si avvicina anche il compleanno del mio socio.
Quasi quasi, mi son detto, quasi quasi prendo i suoi post di Barabba sulla sua esperienza in piscina – perché a trent’anni, il dulinizo s’è iscritto in piscina, ha imparato a nuotare e ha scoperto un mondo; settimanalmente ne parlava nel suo modo un po' iperletterario su Barabba – prendo i suoi post, mi son detto, e ci faccio un ebook.
E l’ho fatto davvero. L’ho impaginato e l’ho chiamato Pensieri in apnea e in fondo ci ho scritto “Barabba Edizioni”. Era la prima volta che lo scrivevamo da qualche parte.
Pensieri in apnea è stato pubblicato online, gratuitamente, in pdf e in epub, il 20 dicembre del 2010, giorno del trentunesimo giro intorno al Sole di carlo dulinizo. Si tratta forse di un caso unico nella Storia dell’editoria: il primo libro pubblicato all’insaputa dell’autore, il primo regalo di compleanno fatto al mondo, invece che al festeggiato. Adesso carlo ve ne legge un passo.
(carlo dulinizo legge Controllo del livello da Pensieri in apnea)
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E Schegge di Liberazione? Schegge di Liberazione, intanto, continuava a girare. Ci chiamavano a leggerlo in giro, c’era sempre più gente che veniva per leggere o per ascoltare o per vedere cosa stava succedendo. Allora, già che ci siamo, abbiamo pensato, inventiamoci una casa editrice che non esiste e chiamiamola Barabba Edizioni, e proviamo a rifare Schegge di Liberazione anche nel 2011, magari collaborando con l’ANPI di Carpi.
Come l’anno scorso, al grido, lanciato su tutti i social network, di “Barabba dice 26×1” (l’abbiamo riusato perché funzionava benissimo) sono arrivati oltre novanta contributi. Solo che stavolta, così, per provare, volevamo fare un libro di carta, e novanta contributi, per ragioni fisiche ed economiche (ché noi, come molti di voi, siam di quella schiera che tira un po’ a campare), non ci stavano tutti. Così ne abbiamo selezionati una manciata, e questa manciata, l’abbiamo impaginata, stampata e rilegata con un po’ di colla e filo. Dietro ci abbiamo scritto “Barabba Edizioni” e “Creative Commons”, non c’è l’ISBN, costa solo sei euro, ma noi ce ne teniamo 3,50 (che è il costo della stampa per ogni copia) e il rimanente lo diamo all’ANPI.
Il 25 aprile del 2011 dovevamo presentarlo all’Ex Campo di Concentramento di Fossoli, solo che poi è successa una tragedia, in piazza a Carpi, e allora, ufficialmente, è andata a finire che l’abbiamo presentato alla Società Operaia di Mutuo Soccorso d’ambo i sessi Edmondo De Amicis, a Torino, durante il Salone Internazionale del Libro, dove ci avevano addirittura chiesto di tenere una conferenza su Barabba Edizioni ed eravamo l’unica casa editrice inesistente dentro al Lingotto, che non so se ci siete mai stati, ma è grande un bel po’, il Lingotto.
Intanto, Schegge di Liberazione del 2011 l’abbiamo anche pubblicato gratuitamente su internet, in pdf, epub e mobi. E dentro ci sono ventinove racconti che secondo noi sono bellissimi, come la poesia di Azael che si intitola “Virginia che non si muove” e che vi legge l’elena, cioè osvaldo.
(l’elena legge Virginia che non si muove di Azael)
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Non sono necessariamente i migliori, i contributi che abbiamo messo dentro a Schegge di Liberazione 2011, ma sono quelli che forse più si adattavano al formato, ma non è detto, non siamo mica degli editori veri. Gli altri sessanta e passa li abbiamo raccolti in un altro ebook che abbiamo pubblicato il 9 maggio scorso, sempre gratuitamente, in pdf e in epub, su internet. Sono 268 pagine di storie resistenti, si chiama Schegge di Liberazione Outtakes, e dentro ci sono dei racconti come quello di Ludovica Anselmo che adesso vi legge la Marri.
(la Marri legge Storia di Anna e Anselmo di Ludovica Anselmo)
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Poi, niente, noi eravamo anche contenti così. Solo, si vede che siamo venuti di moda, perché anche il Corriere è venuto a intervistarci. E un giorno, per caso, sul blog – Barabba è rimasto comunque un blog, dove adesso che siamo una decina a scrivervi, chi vuole e si sveglia al mattino con una cosa da scrivere, la scrive, proprio come si fa coi blog – comunque, dicevo, un giorno, per caso, ci siamo messi a scrivere dei post che raccontavano delle cicatrici che avevamo addosso, quelle vere, quelle delle cadute in bici, o dal seggiolone, per intenderci, e si vede che i blogger si erano abituati alle nostre pubblicazioni collettive, perché stavolta han cominciato ad arrivarci spontaneamente un sacco di racconti.
Così, a un certo punto, ci siamo inventati ancora un tormentone che diceva “dateci un taglio”, perché siamo simpatici, e anche se di materiale ne avevamo un bel po’, in un mese abbiamo raccolto dell'altro e ci siamo trovati in mano più di un centinaio di cicatrici altrui. Come per gli altri, quindi, abbiamo impaginato questo ebook pieno di sfregi e difetti e l’abbiamo pubblicato gratis su internet a luglio di quest’anno col nome Cicatrici (ci dispiace solo per Gianluca Morozzi che ha scritto un libro dal titolo uguale).
Ed è molto bene anche Cicatrici, addirittura c’è stato Matteo B. Bianchi che su l’Unità – e dalle nostre parti, almeno tra Modena e Reggio, si dice che se una cosa la scrive l’Unità, allora dev’esser vera per forza – Matteo B. Bianchi su l’Unità ha scritto che era il libro più bello che si era portato in vacanza, e che l’abbiamo messo in pace col mondo. Cose così. Robe da matti.
Alla fine siamo anche entrati in nomination nella categoria Miglior Blog Letterario agli oscar della blogsfera, i Macchianera Blog Awards. Ma poi non abbiamo vinto niente.
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Ecco, questa è la storia di Barabba Edizioni fino a questo momento, a parte croccantissima, che è il libro di simone rossi che abbiamo pubblicato a fine agosto in ebook e lui, da solo, se l’è stampato di carta e lo porta in giro per l'Italia, ve l'ha spiegato lui prima di questo intervento, anche se sul programma c'era scritto che doveva esser dopo. Portate pazienza.
Poi ci sarebbe anche Barabba Elettrolibri, che è una collana di Barabba Edizioni che oltre a non esistere non pubblica niente. Ma stiamo già andando lunghi e, se volete, quando siete a casa stasera su internet, potete cliccare “Barabba Elettrolibri” su Barabba, e poi capite.
Intanto, noi continuiamo a girare l’Italia con Schegge di Liberazione, con dei reading musicati che ormai sono diventati un po’ il nostro cavallo di battaglia. E siamo andati ad Arceto di Scandiano, alla festa dell’ANPI di Migliarina, a Forte Marghera, che poi è a Mestre, abbiamo letto accompagnati una volta dal Coro delle Mondine di Novi di Modena, che tutte le volte che ci pensiamo ci trema l’orlo delle mutande, e siamo andati perfino in Francia, dove la neonata sede dell’ANPI ci ha chiamati per leggere le Schegge a Parigi, davanti al console, il giugno scorso. Pensa te.
Nei prossimi mesi siamo ancora in giro, a Bologna, a Carpi, a Limidi ancora con le Mondine, a Milano, a Sogliano, eccetera. Dire che siamo contenti è dir poco.
Se faremo degli altri ebook collettivi, mandateci pure dei racconti, dei disegni, delle poesie. Poi, se ne avete voglia, potete venirci a vedere quando leggiamo in pubblico Schegge di Liberazione, o qualcos’altro, e, se ve la sentite, potete venire a leggere anche voi, potete dircelo all'ultimo minuto.
Noi, quando abbiamo iniziato, non sapevamo fare i libri, non sapevamo leggere dal vivo, non sapevamo niente. Adesso non è che sappiamo fare i libri, o leggere dal vivo, non siamo professionisti di niente. Ma un po' di esperienza ce la siamo fatta.
Voi, se vorrete seguirci dove stiamo andando, se stiamo andando da qualche parte, ecco, noi siamo contenti. E non chiediamo niente a nessuno. Prendiamo da ognuno secondo le proprie capacità.
(Poi, lo so che la dottrina anarco-socialista prosegue dicendo che si dovrebbe dare “a ognuno secondo i proprio bisogni”, ma siamo anarco-barabbisti, facciam le cose gratis, non vendiamo niente, non compriamo niente, non guadagniamo niente, non esistiamo neanche. Quindi è patta.)
Grazie a tutti.
Abbiamo finito.
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