di Giusy Lupis
il tempo delle foto in bianco e nero
era
un tempo migliore,
sospeso,
un tempo in cui tutto sembrava più vivo, nuovo, d'avanguardia, possibile!
io non c'ero in quelle foto -belle come disegni.
piano piano le possibilità sono svanite:
mano a mano che le foto si facevano più nitide, precise, effettate, digitali...
e,
adesso,
penso che mi piacerebbe vivere in una di quelle foto in bianco e nero
in un tempo sospeso
denso
vero
e concreto.
in diafane trasparenze su toni di grigio e lame bianche
di vetri lucidi.
sorrisi enigmatici.
velluti, velluti a costine, feltri, lane cotte, carte da parati, linoleum, formica, grandi lampadari di vetro e metallo.
e gli occhi limpidi di mio padre, con un'aria da monello, un po' sbruffone...
e uno studente brillante, nello stesso tempo.
e mia madre, una vecchia bambina.
'na vicchiaredda...
tutto è finito con i primi colori,
ma quelle foto
sono ancora...
piene di vita.
[Occupy Everything. Occupy Barabba.]
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