di mumucs
“Guarda, davvero, non ti preoccupare stiamo bene così.”
Mentre spostavo le coperte sul letto si lamentava del fatto che a) non avessi nemmeno stavolta preparato la colazione e b) era iniziata la stagione delle piogge.
Per quanto riguardava il punto a) avrei potuto provare con la solita strategia: “scusa, scusa tantissimo” e l'indomani prepararle una colazione di quelle che fai lo sforzo di scendere giù dalle scale, andare incontro al primo bar sulla strada senza nemmeno esserti ancora lavato i denti e la faccia, scegliere il croissant più grosso e dorato (alla marmellata, chiaro) ritornare a casa, mettere la moca, il latte e svegliarla con un bacio, ma solo dopo esserti lavato i denti, “ehi, ti ho preparato la colazione”.
Per il punto b) non avrei potuto fare comunque niente, salvo regalarle l'ennesimo ombrello nuovo, o un paio di stivali, e non capivo dunque quale correlazione ci fosse tra la stagione delle piogge e il suo protestare “guarda, davvero, non ti preoccupare, stiamo bene così”.
Il giorno dopo mi sveglio alle sette e corro giù per le scale, veloce, mi fermo al primo bar che incontro sulla strada, e non è nemmeno vicino casa, le paste ci sono già, prendo per lei il croissant più grosso e dorato (alla marmellata, chiaro) e di nuovo corro, verso casa, risalgo le scale, metto sul fuoco il latte, metto sul fuoco la moca, mi infilo in bagno e sfrego lo spazzolino sui denti. Non so nemmeno perché lo faccio, lo faccio ogni volta che lamenta qualche mancanza, come se bastasse, come se la mancanza fosse solo mia.
Mi avvicino col vassoio in mano “ehi, ti ho preparato la colazione”. Lei mi guarda e mi chiede se piove ancora, se piove anche oggi, le dico “sì, non troppo, ma piove”. Mi fa cenno di spostarmi, scende dal letto e va verso lo specchio e con la faccia ancora gonfia mi dice “guarda che schifo i miei capelli, con tutto questo umido”.
[Occupy Everything. Occupy Barabba.]
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