martedì 5 dicembre 2017

E poi boh

Il 5 dicembre del 2013 avevo scritto un post che si chiamava "Siamo un po' stanchini" dove si diceva che il 5 dicembre del 2012 avevo scritto un post che si chiamava "Vediamo come va a finire" dove si diceva che il 5 dicembre del 2011 avevo scritto un post che si chiamava "Andare avanti" dove si diceva che il 5 dicembre 2010 avevo scritto un post che si chiamava "Cammina cammina" dove si diceva che il 5 dicembre del 2009 avevo scritto un post che si chiamava "Alzati e cammina" dove si diceva che dovevo riaprire il blog per farci delle cose.

Quindi, andando alla dritta, viene così:
Alzati e cammina.
Cammina cammina.
Andare avanti.
Vediamo come va a finire.
Siamo un po' stanchini.
Conti alla mano, oggi è una specie di ottavo compleanno della resurrezione di Barabba.
Alzare, ci siamo alzàti; camminare, abbiamo camminato; andare avanti, siamo andati avanti; è andata a finire che eravamo davvero un po' stanchini, perché il 5 dicembre del 2014 non abbiamo festeggiato, e non abbiamo festeggiato il 5 dicembre del 2015, e poi neanche il 5 dicembre del 2016.

E poi?
E poi boh.
Forse il post del 5 dicembre del 2017 è un epitaffio.
O forse sono solo degli auguri.

giovedì 3 agosto 2017

Trucchi della borghesia (120)

Adesso, mi sembra, siamo diventati un po' troppo ossessionati dal termometro. Sarà perché abbiamo dei termometri dappertutto, in casa, in tasca, in macchina, su google. Passiamo le giornate, soprattutto in ufficio, ma capita anche per la strada, quando non si sa cosa dire, o anche proprio per dire quella cosa lì, a parlare di quanti gradi ci sono, di quanti gradi ci sono stati e in particolar modo di quanti gradi ci saranno oggi, domani, dopodomani, fino irragionevolmente alla settimana prossima.
Io questa ossessione per il termometro non me la ricordo, né quand'ero bambino, negli anni 80, né quand'ero ragazzo, negli anni 90, e non mi sembra di ricordare che gli adulti di allora fossero così ossessionati dal termometro come gli adulti di oggi che siamo poi noi.
Magari è per questo che ci siamo inventati una cosa che prima non esisteva: la temperatura percepita.
La temperatura percepita è il trucco della borghesia numero 94, l'aveva proposto Giampaolo ed era gennaio del 2015, in pieno inverno, perché non è che mi sia messo qui a scrivere queste cose solo perché c'è caldo. Molto caldo. Diobono, che caldo. Chissà quanti gradi ci sono.

mercoledì 17 maggio 2017

Trucchi della borghesia (119)

Rallegratevi: Facebook non è il grado zero, per quello ci sono i gruppi dei genitori su Whatsapp.

martedì 4 aprile 2017

Trucchi della borghesia (118)

È un po' di tempo che mi capita di andare nei posti, tipo a sentire della gente che suona, e all'ingresso, dove una volta c'era la scritta «Offerta libera», adesso c'è la frase «Up To You». Che vuol poi dire la stessa cosa, in fin dei conti, e puoi sempre entrare senza pagare, se vuoi, e però, se in tasca non hai nulla, o hai solo dei pezzi grossi che ti impediscono di contribuire, ecco, «Up To You» ti fa sentire un po' più stronzo.

venerdì 31 marzo 2017

La gente – è curiosa – si dividono in due (9)

"Secondo me, finire disgraziati, ci sono casi differenti: essere cattivi e finire disgraziati, qualche ipocrita ci gode e ti sta attorno per divertirsi alle tue spalle. La gente è curiosa. Ma essere buoni e disgraziati, chi ti conosceva ti compatisce, si sente accusato vagamente, non ha piacere neanche a venirti a salutare."

Sandro Campani, Il giro del miele, Torino, Einaudi, pg. 32

giovedì 16 marzo 2017

Trucchi della borghesia (117)

Commentando su Facebook e toccato da uno spoiler che mi ha fatto il Corriere della Sera, ho maturato che un bel trucco della borghesia è l'on demand.

(di Alessandro TheAubergine)

lunedì 13 marzo 2017

Autobiografie essenziali (4)

Ormai, quando si parla di me, la gente scuote la testa, e un ulteriore uso professionale da parte mia della parola "Dio" (sempre che non sia intesa come una sana, familiare interiezione americana) sarà ritenuto un blaterìo della peggior specie, un sintomo sicuro che sto andando dritto dritto in malora.

(J. D. Salinger, Franny e Zooey, trad it. di R. C. Cerrone e R. Bianchi, Einaudi, 2014, pg. 40)

venerdì 10 marzo 2017

Trucchi della borghesia (116, 116bis)

Gli effetti e i pedali che fanno suonare una chitarra elettrica come un'acustica.
I font che imitano una vecchia macchina da scrivere con il nastro usurato e i tasti sbilenchi.

(di Stefano Amato)

mercoledì 1 marzo 2017

Trucchi della borghesia (115)

Le aiuole, i prati, i rettangoli di prato davanti ai palazzi, senza una panchina, curati al centimetro, innaffiati puntualmente ogni estate, sovente con l'avviso di non calpestare o permettere i bisogni del cane.

(di Neuromancer)

giovedì 23 febbraio 2017

giovedì 9 febbraio 2017

Autobiografie essenziali (3)

Ci sono i miei racconti à la Poe e i miei racconti à la Dunsany, ma, ahimè, dove sono i miei racconti à la Lovecraft?

(H.P. Lovecraft citato in Lin Carter, Lovecraft: A Look Behind the Cthulhu Mythos, Ballantine, 1972)

martedì 31 gennaio 2017

Trucchi della borghesia (111)

Stamattina soffiandomi il naso, gesto comune nella stagione in cui ci troviamo, mi sono chiesta perché i fazzoletti di carta (trucchi di cui ormai non possiamo più fare a meno) vengano aromatizzati, profumati "a tradimento" (perché posso dirlo: non c'era scritto nulla sulla confezione) come se così dovesse essere più gradevole lo sfregamento sulle narici.
E no, cari produttori, vi assicuriamo che non lo è.

(di Laura "availableinblue")

lunedì 16 gennaio 2017

Autobiografie essenziali (2)

Sulla base del ragionamento che un creatore di fumetti capace potrebbe forse contribuire con freschezza a una sceneggiatura cinematografica, [Malcolm McLaren] si era insediato in una vivace e affollata fumetteria a Saint Mark’s Place e aveva chiesto al tredicenne dall’aspetto più cool che era riuscito a trovare chi fosse il suo scrittore di fumetti preferito. Secondo Malcolm, questo giovane insolitamente profondo e intelligente aveva risposto, senza esitare, “Alan Moore: la mano sinistra di Dio”.
Nel caso improbabile che io scriva mai un’autobiografia, tipicamente modesto e riservato come sono, questo ne sarà quasi certamente il titolo.

(Alan Moore, prefazione a Fashion Beast, 14 giugno 2013)

domenica 1 gennaio 2017

Autobiografie essenziali (1)

Tommaso, che portò fin dalla culla
La dura soma d’una vita oziosa,
Stanco di non far nulla,
Un giorno s’ammazzò per far qualcosa.

(Tommaso Landolfi, Rien Va, Adelphi, Milano, 1998, p. 14)