di Massimiliano Calamelli mc
L’auto percorre l’ultima serie di curve prima di raggiungere l’ingresso del tunnel. 10km di vuoto nella roccia, 10km di luci gialle alternate, 10km di di striscia nera dipinta sulla volta del tunnel, come per rappresentare il cielo notturno. Il guidatore sa che non è un tunnel come tutti gli altri, almeno non lo è per lui. C’è quel cartello, quel semaforo, quella scritta, I.N.F.N., che fanno tanto videogame alla Half-Life. Ogni volta che ci passa, per quel tunnel, ogni volta che rallenta davanti a quel semaforo, getta uno sguardo al portone, fantasticando su misteriosi esperimenti e varchi dimensionali. Ogni volta che ci passa, per quel tunnel, rallentando davanti a quel semaforo, non succede nulla. Lo sa, getta lo sguardo ma lo sa, e poi superato l’autovelox accelera di nuovo e va. Ecco, questo è l’istante preciso dell’occhiata allo specchietto retrovisore, l’occhiata della suspance, il momento in cui una esplosione fortissima dovrebbe squarciare le porte metalliche e far uscire chissà quali alieni. Dannati videogiochi.
[Occupy Everything. Occupy Barabba.]
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