di Claudiappì
Primo stava guardandosi l’alluce destro da almeno un’ora, seduto sul letto ancora disfatto. Come ogni mattina, si svegliava prima del gallo, ormai era diventata una sfida, ma mica con se stesso, proprio col gallo! Dopo il solito tête-à-tête con una bacinella d’acqua ghiacciata, si era infilato le calze buone, quelle della festa, perché quello era un giorno speciale, da lì a poche ore gli sarebbe nato un figlio, maschio stavolta, ne era sicuro. Primo restò a guardarsi l’alluce destro, che gli spuntava fuori dal calzino bucato, pensando che quello fosse un segno e non proprio di buon auspicio. E infatti non fece in tempo a infilarsi tutte e due le scarpe, che un nugolo di donne urlanti, tra le quali sua moglie, lo spinse fuori dalla stanza in fretta e furia. Era arrivato il momento. Poco dopo stava abbracciando la sua quinta figlia femmina, e l’alluce lì sotto lo guardava soddisfatto. Un calzino bucato e un neonato urlante possono, in alcuni casi, farti prendere delle decisioni che non avresti mai preso altrimenti. Poche settimane dopo, l’intera famiglia trascinava pesanti bagagli sul ponte di una nave, insieme ad altre migliaia di persone coi calzini bucati.
L’unica cosa simile ad una nave che Caterina aveva visto, era stata la barchetta di carta che il suo vicino di casa le aveva regalato per il suo quinto compleanno e che aveva pensato bene di portare con sé durante il viaggio, sicuramente schiacciata e strapazzata sotto chili di vettovaglie e pane duro, ma c’era. La nave aveva tre piani, che non ce li aveva neanche il municipio del paese. Loro stavano sotto perché quella era la parte migliore. Lucia le aveva detto che quando stavano in mezzo al mare, dei pesci grossi come le case nuotavano insieme alla nave e, di notte, quando era tutto silenzioso, i pesci facevano dei suoni ed entravano nei sogni dei bambini. Caterina si sentiva così eccitata all’idea, che raccontava questa storia a tutti i bambini che incontrava, e ce n’erano tantissimi e di tutte le dimensioni.
Lucia di quegli spazi ristretti, del tanfo di pecorino stagionato e mutande puzzolenti ne aveva fin sopra i capelli. Il giorno in cui, dalla prua della nave, degli uomini avvistarono un pezzo di terra lontano, le tornò il buonumore e gli occhi le si fecero più grandi.
Tutti avevano bisogno di occhi grandi in America, per guardare palazzi grandi e cartelli grandi, dai nomi più strani e i significati sconosciuti. Il primo cartello che lesse diceva “E-l-l-i-s I-s-l-a-n-d”. Primo prese in braccio l’ultima nata di casa e le disse “Siamo Arrivati”. E allora Lucia capì che Ellis Island significava America.
[Occupy Everything. Occupy Barabba.]
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