[Iniziamo la pubblicazione di un racconto lungo di Sara Parravicini, che forse conoscete come la saramandra, sull'internet, forse. Poi ci facciamo anche un ebook per Barabba Elettrolibri, la collana inesistente che non pubblica niente, ma aspettiamo un po'. Intanto, ve lo facciamo leggere.]
Hanno ucciso Barbapapà o Io per me vorrei essere una rana
di Sara Parravicini (prima parte)
Il mio animale preferito non è uno ma tanti, quindi si dice gli animali preferiti.
Gli animali che preferisco sono: la rana, la salamandra e la lucertola, che sono tutti anfibi e rettili.
A tanti, i rettili e gli anfibi gli fanno schifo perché dicono che sono viscidi e freddi e che ci hanno l’occhio fisso, ma non è vero! Le galline e i piccioni hanno l’occhio fisso, o i pesci. No i rettili.
Io, sugli anfibi e i rettili, so TUTTO: ho anche preso buono nella ricerca perché mi piacciono proprio tantissimissimo, infatti sono i miei animali preferiti, che l’ho già detto, ma vabbè.
La volete sentire la mia ricerca? Ve la racconto un po’ a memoria e un po’ no, insomma, vi dico tutto quello che so sui rettili e gli anfibi (che poi è proprio tuttotutto) così capite perché sono i miei animali preferiti.
Allora, parto dal serpente.
Il serpente è un rettile.
Tra tutti i rettili, il serpente è forse quello più schifato. In quanto a schifo, arriverebbe pari merito forse solo con lo scarafaggio e il topo di fogna e il ragno, ma loro non sono rettili, perciò il serpente vince.
Tutti hanno paura del serpente. Forse hanno paura del veleno, ma mica tutti i serpenti sono velenosi, no! Ci sono anche i costrictor. Il boa, per esempio, è un costrittore che vuol dire che, prima di mangiarti, ti stringe fino a soffocarti, poi la sua bocca si smonta e si fa grandissima e ti mangia senza masticarti. Io, in un documentario, ho visto un boa che inghiottiva un capretto. Con gli zoccoli e le corna e il pelo e tutto. Poi però, a un certo punto, il boa ha sputato il capretto. Non ce l’ha fatta ad ucciderlo. Perché mi sa che se l’era inghiottito che non era ancora ben morto. Doveva essere fortissimo, quel capretto.
Tutti urlano quando vedono un serpente e c’è pure una parola apposta per dire la paura dei serpenti, e questa parola è ophidiofobia.
A scuola abbiamo letto Il Piccolo Principe. Il Piccolo Principe è un libro che parla di boa, di cappelli e di grandi che non capiscono. A volte anche io penso che i grandi non capiscano niente, neanche le cose semplici.
Cose tipo che non serve avere paura del veleno dei serpenti, tanto un serpente come il boa, se vuole, ti ammazza lo stesso. O cose tipo che questa cosa che ho appena detto non è sempre vera, perché può anche capitarti che tu pensi che la tua giornata di capretto sia finita perché ti rimangono solo due zoccoli di capretto fuori dalla bocca del boa e invece poi, tutto ad un tratto, ti trovi fuori di nuovo al sole, un po’ stordolito sì, ma vivo. E non sai neanche tu bene come hai fatto, se è merito tuo o se qualche capra nel paradiso delle capre ha fatto un miracolo per te.
Il serpente si può mettere all’inizio o alla fine della ricerca perché il serpente apre e chiude il cerchio. Infatti, una volta, c’era proprio un serpente che si chiamava Uroboro e questo serpente si mangiava la coda e così faceva un cerchio che rotolava e girava senza mai fermarsi.
Questo serpente è il tempo che ritorna.
(continua)
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