di Federico Pucci Cratete
Quando si pensa al ponte Milvio, ognuno immagina una cosa diversa.
Io ricordo la battaglia fra Costantino e Massenzio: una cosa enorme, duecentomila soldati in campo, metà dei quali, per la prima volta nella storia, uccisero e morirono nel nome della fede cristiana.
I miei studenti, se gli citassi il ponte, forse mi racconterebbero la storia di Babi e Step e l'origine dell'ineffabile arte del lucchetto d'amore.
Chi ieri in quel quartiere è rimasto bloccato nel traffico penserà, invece, a ottomila accampati, in fila per comprare cento iPhone a sconto. Ma i romani sanno anche che poco lontano dal ponte Milvio sorge il Foro Italico "che portava e porta ancora il nome di Mussolini".
Oggi fanno milleseicentonovantanove anni dalla battaglia del ponte Milvio e ottantanove da quel tranquillo week-end di paura che ha dato il nostro paese in mano a un pazzo idiota.
Per questo l'anno prossimo, il ventotto ottobre, propongo di celebrare la festa degli idioti: marciamo sul ponte Milvio e ci lucchettiamo a un LCD. Sentite come suona idiota, ventottottó. Subito dopo gli idioti, i morti - potremmo addirittura allungare il ponte. Che ne dite? Ho già pronto il nome: "in hoc signo perdes".
[Occupy Everything. Occupy Barabba.]
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