L'altra sera, tornando da Mirandola, c'era tanta nebbia che quando son salito su un piccolo cavalcavia mi sono accorto che l'avevo sceso solo davanti a un incrocio.
Ieri pomeriggio, cielo grigio su, asfalto grigio giù, mi sentivo in una bolla di vetro, immobile nel mio moto, e pensavo un po' anche ai Dik Dik...
Oggi a pranzo mia nonna ha detto che c'è una nebbia piccante e io le ho chiesto: "in che senso?" e lei: "che pizzica, sulla pelle..." Allora io avrei voluto chiederle se pizzicava come un peperoncino o un'ortica ma dovevo andare via. Così l'ho scoperto da solo. La nebbia, col cielo sereno e il sole, sembra un ghiacciolo al limone, un po' sciolto, che ti passa sulla pelle, e ti da quel bruciore lì.
Stasera tornando a casa da Modena ho acceso il riscaldamento per sbrinare i vetri e ho subito sentito un odore molto buono. Ho pensato ai fuochi che in questo periodo i potatori fanno con gli sfalci della vite, perché era un odore dolce e bruciato. Ripensandoci meglio era l'odore di frutti di bosco abrustoliti. Cosa ci faceva lì in quel pezzo di campagna tra Modena e Soliera, non lo so.
Stanotte ho rifatto il piccolo cavalcavia tornando da Mirandola e stavolta mi sono accorto di essere sceso ma poi la strada dopo m'è sembrata in salita, breve ma costante, per quasi un chilometro e comincio a chiedermi se devo tenere d'occhio la pendenza delle strade o del mio cervello. La nebbia era ancora lì, questa volta non era molto compatta, anzi. Bianchiccia, viscida, lattiginosa, una nebbia da film horror. Tornato a casa ho acceso la TV e ho visto Bettino Craxi. Volevo uscire di nuovo.
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