Non la vedevo da trent'anni, così oggi sono particolarmente felice. Comincio a capire che in questi trent'anni son vissuto nel buio; ma ora devo stare in guardia. Altrimenti, perché il cane della famiglia Chao mi avrebbe guardato due volte?
E ho ragione di avere paura.
Lu Xun, Diario di un pazzo, Editori Riuniti, 1993, pg. 10.
l'incipit non mi ha sconvolta... il resto com'è?
RispondiEliminabisogna chiederlo a carlo quando ripassa di qui.
RispondiEliminabè, quando nel 1918 tiri in ballo i cannibali (zombie) e ovviamente lo fai come critica sociale, direi che sei avanti anni luce. Poi ammetto che devo finire di leggerlo, ho un'altro compito da fare prima...
RispondiEliminaè con estrema lucidità che l'autore affronta i drammi reali di una veloce cina contemporanea.....
RispondiEliminad'altronde la denucia implacabile della cruda realtà si riflette in uno stile scarnificato e teso alla perorazione perentoria del perepeppè... scherzi a parte, leggete Lu Xun, è un grande!
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