Sergej Dovlatov diceva che dove c'è Rod Stewart non può esserci il comunismo e secondo me fa sia ridere che pensare una frase così. Comunque quello che dici è anche il bello di questa rubrica ;)
...onestamente pare comunque, su ogni orizzonte, che dove vi sia il rock, non ci sia spazio per il comunismo, ma forse mi sbaglio, o forse sarebbe meglio dire che ci sono piccoli e sconosciuti gruppi rock di provincia lontani dal grande pubblico,che usano testi nelle loro canzoni che evocano una libertà, per così dire, comunista, gruppi di nicchia insomma, i quali, appena hanno successo cambiano la loro scala di valori...
Non mi ricordo chi ma un musicista americano diceva che il rock è una sorta d'isteria di massa che attraversa e riverbera per tutta la società (forse Neil Young? sarebbe troppo bello...). Quindi, forse, in USA la "Rivoluzione" non la faranno mai per questo perenne sfiatatoio musicale, emotivo e culturale. In ogni caso: Keep on Rockin in the Free World!!
...mah, non saprei dire se il rock è una sorta d'isteria di massa, come dici tu. O l'unica. Come sempre, ci sono vari modi e varie intensità, per essere permeati di qualcosa.Conosco un isterismo per gioco e vedo altre forme d'isterismo di massa. E il rock, non sarebbe più l'unico canale, a suscitare questa forma d'isteria. Sarebbe sufficiente osservare la fila di persone che c'è davanti ad un negozio che vende l'ultimo ritovato tecnologico per farsi un'idea, o l'idea, che l'isteria non è ad appannaggio solo del rock. Dunque da estendere il concetto d'isteria forse, ad una intera generazione, e per qualsiasi evento. In ogni caso, volendo seguirti nel ragionamento, dipende a che tipo di rivoluzione ti riferisci. Certo una rivoluzione castrista negli Usa, la vedo dura. E anche una dittatura alla Chevez farebbe fatica. Ma viceversa una continua e costante rivoluzione fatta di fermenti e di istanze libertarie negli Usa, mi pare sia la prassi.
Bello questo crescendo esponenziale delle righe nei commenti, vien voglia di fare i post all'incontrario. Prima i commenti e poi il pezzo. Potremmo provarci prima o poi.
le citazioni di uomini importanti, agli orecchi di uomini piccoli, quasi come un aforisma, o come il bluff, al gioco del poker, contengono sempre un sapore sapienziale e salvifico. Anche quando non si capiscono.
A me che la dicesse Monk o un monatto, quella frase piace, è molto azzeccata. In ogni caso le radio rock libere sono morte, o ci sono ma non hanno copertura nazionale,o sono dei falsi: abbiamo solo tre opzioni. Sì, ho usato monatto e mi piace proprio lì, dopo Monk.
ho giocato sull'ambiguità, lo devo ammettere, e il post che ho scritto, non era indirizzato a te personalmente, che apprezzo per il lavoro che fai attraverso questo blog, ma voleva essere uno spunto di riflessione più ampio.
Ok. (Dunque, piacere! nel caso non lo sapessi io sono il web-assente e tecnovillano dei due e non ho capito nè chi sei nè che post hai scritto). Nel trucco c'entra anche la storia di mio padre che si è divertito lavorando in una radio libera prima che diventasse commerciale. Ps: gran bel tread (si dice così no?)
secondo me dopo avervi letto, se poi arriva uno e dice che le badanti straniere puliscono il culo ai nostri vecchi per mille euro al mese e ci sono dei disoccupati italiani giovani che si lamentano per niente, non dico che ha ragione, non dico neanche che c'entri qualcosa, anzi dico che forse è uno che non sapeva cosa dire e parla a vanvera, però lo capisco.
Non l'ho capita questa!
RispondiEliminaè una radio che si chiama V _ _ _ IN, che fanno tanto i rocker ma tanto si sa che son dei turbocapitalisti
RispondiElimina...è un'idea di retroguardia un po' adolescenziale pensare che ci siano ideologie proprietarie di verità musicali...
RispondiEliminaSergej Dovlatov diceva che dove c'è Rod Stewart non può esserci il comunismo e secondo me fa sia ridere che pensare una frase così. Comunque quello che dici è anche il bello di questa rubrica ;)
RispondiEliminaeh, appunto, se vogliamo dirla tutta, il vero trucco della borghesia, lo scherzo della società contemporanea, è IL ROCK
RispondiElimina...onestamente pare comunque, su ogni orizzonte, che dove vi sia il rock, non ci sia spazio per il comunismo, ma forse mi sbaglio, o forse sarebbe meglio dire che ci sono piccoli e sconosciuti gruppi rock di provincia lontani dal grande pubblico,che usano testi nelle loro canzoni che evocano una libertà, per così dire, comunista, gruppi di nicchia insomma, i quali, appena hanno successo cambiano la loro scala di valori...
RispondiEliminaNon mi ricordo chi ma un musicista americano diceva che il rock è una sorta d'isteria di massa che attraversa e riverbera per tutta la società (forse Neil Young? sarebbe troppo bello...). Quindi, forse, in USA la "Rivoluzione" non la faranno mai per questo perenne sfiatatoio musicale, emotivo e culturale. In ogni caso: Keep on Rockin in the Free World!!
RispondiElimina...mah, non saprei dire se il rock è una sorta d'isteria di massa, come dici tu. O l'unica. Come sempre, ci sono vari modi e varie intensità, per essere permeati di qualcosa.Conosco un isterismo per gioco e vedo altre forme d'isterismo di massa. E il rock, non sarebbe più l'unico canale, a suscitare questa forma d'isteria. Sarebbe sufficiente osservare la fila di persone che c'è davanti ad un negozio che vende l'ultimo ritovato tecnologico per farsi un'idea, o l'idea, che l'isteria non è ad appannaggio solo del rock. Dunque da estendere il concetto d'isteria forse, ad una intera generazione, e per qualsiasi evento. In ogni caso, volendo seguirti nel ragionamento, dipende a che tipo di rivoluzione ti riferisci. Certo una rivoluzione castrista negli Usa, la vedo dura. E anche una dittatura alla Chevez farebbe fatica. Ma viceversa una continua e costante rivoluzione fatta di fermenti e di istanze libertarie negli Usa, mi pare sia la prassi.
RispondiEliminaBello questo crescendo esponenziale delle righe nei commenti, vien voglia di fare i post all'incontrario. Prima i commenti e poi il pezzo. Potremmo provarci prima o poi.
RispondiEliminaIl rock è jazz ignorante. (Thelonious Monk)
RispondiEliminanon avrei potuto trovare una chiusa migliore. Bravò!
RispondiEliminale citazioni di uomini importanti, agli orecchi di uomini piccoli, quasi come un aforisma, o come il bluff, al gioco del poker, contengono sempre un sapore sapienziale e salvifico. Anche quando non si capiscono.
RispondiEliminaci vuole del coraggio anche a usare "sapienziale", però.
RispondiEliminale parole sono fatte per essere usate, con coraggio, e qui hai ragione tu. Sono d'accordo.
RispondiEliminaA me che la dicesse Monk o un monatto, quella frase piace, è molto azzeccata. In ogni caso le radio rock libere sono morte, o ci sono ma non hanno copertura nazionale,o sono dei falsi: abbiamo solo tre opzioni. Sì, ho usato monatto e mi piace proprio lì, dopo Monk.
RispondiEliminaho giocato sull'ambiguità, lo devo ammettere, e il post che ho scritto, non era indirizzato a te personalmente, che apprezzo per il lavoro che fai attraverso questo blog, ma voleva essere uno spunto di riflessione più ampio.
RispondiEliminaOk. (Dunque, piacere! nel caso non lo sapessi io sono il web-assente e tecnovillano dei due e non ho capito nè chi sei nè che post hai scritto). Nel trucco c'entra anche la storia di mio padre che si è divertito lavorando in una radio libera prima che diventasse commerciale. Ps: gran bel tread (si dice così no?)
RispondiEliminasecondo me dopo avervi letto, se poi arriva uno e dice che le badanti straniere puliscono il culo ai nostri vecchi per mille euro al mese e ci sono dei disoccupati italiani giovani che si lamentano per niente, non dico che ha ragione, non dico neanche che c'entri qualcosa, anzi dico che forse è uno che non sapeva cosa dire e parla a vanvera, però lo capisco.
RispondiEliminae quell'uno di cui parli, saresti tu ?
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