martedì 5 gennaio 2010

Il Prigioniero di Emma: 2° episodio di Letteratura Rinfacciabile

Anch'io, come Mr Many, ero a quell'incontro surreal-letterario, gentilmente ospitato dallo stesso amico, al quale và il nostro plauso per averci fatto passare una giornata incredibile, e se sei a Milano fai fatica a crederci, e invece...
Comunque, c'ero anch'io, ero nel gruppo Avventura, capitanato da Maurizio Matrone, l'ispiratore di questo tipo di letteratura sostenibile, un originale, lo si è visto subito,un uomo che a quaranta e passa anni non si vergogna per le fette di camicia sopra i pantaloni sotto il pullover con lo scollo a V, cos'altro è? e ci siam ritrovati a dover riadattare questo passo di Madame Bovary:
La giornata seguente trascorse in una dolcezza nuova. Si fecero dei giuramenti. Lei gli raccontò le sue tristezze. Rodolphe la interrompeva con i suoi baci e lei gli chiedeva, contemplandolo dalla fessura delle palpebre, di chiamarla ancora per nome e di ripetere che l'amava. Erano nell foresta, come il giorno prima, in una capanna di zoccolai. I muri erano di paglia e il tetto era così spiovente che dovevano tenere la schiena curva. Se ne stavano seduti spalla contro spalla, su un letto di foglie morte.
Da quel giorno presero scriversi regolarmente tutte le sere. Emma andava a infilare la sua lettera in un interstizio del terrazzo, in fondo al giardino, dal lato del bar. Rodolphe veniva a prenderla e a metterci la sua, di cui lei lamentava sempre la brevità.
Un mattino che Charles era uscito prima dell'alba, fu presa dal capriccio di vedere Rodolphe, e subito. Non era difficile raggiungere la Huchette, rimanervi un'ora e rientrare a Yonville mentre tutti dormivano ancora.
mentre questa è la mia versione spy-anni '60
La giornata seguente trascorso con un brivido nuovo, per una segretaria. Si fecero giuramenti reciproci. Lei gli confidò di tutti quei file secretati. Numero 6 la interrompeva con i suoi interrogativi e lei gli sussurrava, sbiriciando dalla fessura delle palpebre, di non chiamarla ancora per nome e di ripetere che non l'avrebbe tradita. Erano nella hall, come il giorno prima, in un motel per camionisti. I muri erano di cartongesso e il soffitto era così marcio che istinitvamente tenevano la testa china per paura dei calcinacci. Se ne stavano seduti, schiena contro schiena, su due potrone di spugna dura.
Da quel giorno presero a scambiarsi informazioni regolarmente tutti i giorni. Emma andava a infilare il suo dossier trafugato in un infisso della finestra, in fondo al bar, dal lato dei bagni. Un'ora dopo Numero 6 veniva a prenderlo e a metterci il suo, di cui lei gli lamentava sempre la scarsità di valore.
Un giorno che Numero 1 era uscito di fretta e accompagnato dai suoi luogotenenti, fu presa dall'ansia di vedere Numero 6, e subito. Non era facile raggiungere il motel, attendere l'ora d'arrivo di Numero 6, avvertirlo e rientrare al Quartier Generale mentre tutti lo cercavano ancora. Ma sapeva che doveva farlo.
Mi sono divertito quel giorno, a tal punto che andrò avanti e, sempre se nessuno è contrario, vi proporremo i prossimi ibridi...

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