Un giorno, eravamo al BUK, la fiera della piccola e media editoria di Modena, Ugo Cornia mi fa: vai a comprare
La tomba del tessitore, che è un libro bellissimo tradotto da Daniele Benati, ché io ne devo già prendere tre o quatto copie da regalare in giro e poi stai a vedere che lo finiscono. Allora sono andato, mi sono fidato e l'ho comprato. E, davvero, con la sua morte, i suoi vecchi, il suo amore,
La tomba del tessitore è un libro bellissimo. Dentro ci son scritte delle cose così:
"Lo straripamento di Cloon na Morav (Campo dei Morti) aveva già dato vita a un nuovo cimitero che si trovava a un miglio di distanza: un cimitero in cui lapidi di calcare e croci celtiche spuntavano come funghi, a testimoniare la futilità di una genia di uomini e donne che, stando ai loro epitaffi, avevano fatto esattamente le due cose che ben difficilmente avrebbero potuto evitare di fare: essi infatti, così dicevano i loro necrologi, erano tutti nati e morti. In alcuni casi, a mo' di apologia, erano state aggiunte alcune citazioni tratte dalle Sacre Scritture e c'era una quasi unanime richiesta di perdono rivolta al Signore per ciò che era successo al defunto. Una tale mancanza d'umorismo era sconosciuta a Cloon na Morav."
e così:
"La risata di un idiota per la strada, il re che guarda la sua corona, la donna che volta la testa nell'udire i passi di un uomo, le campane che rintoccano nella torre, l'uomo che cammina sulla sua terra, il tessitore al suo telaio, il bottaio che sistema la sua botte, il Papa che si china in cerca delle sue ciabatte: tutto questo è un sogno."
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