di Mortimer Potts “Mr Potts”
(Posizione)
Dito medio e palmo della mano destra, polso (quella sull’avambraccio si è cancellata).
(Cause)
Ero con mia madre in un grande magazzino che ora non esiste più. Avrò avuto tre anni. Eravamo sulla scala mobile. Lei non mi teneva in braccio (e le ci è voluto un po’ per perdonarselo), bensì per mano, la sinistra. Io mi sono chinato e ho infilato la mano libera nella fessura che c’è tra gli scalini di ferro e la paratia. Avrò urlato. Dai racconti so che mi hanno portato in ospedale con una volante della polizia, la mano ferita al petto, la maglietta zuppa di sangue. Non ho perso il dito, ma il tendine è stato tranciato ed è schizzato come un elastico fin quasi al gomito. Hanno dovuto aprire in più punti, riprendere il tendine e annodarlo al suo posto. Ho le foto con il gesso. Non ho alcun ricordo diretto.
(Conseguenze)
Il dito non è cresciuto come il suo fratello sinistro. È più corto, leggermente gobbo, e posso fletterne soltanto la prima falange, che infatti ha sviluppato un muscoletto invidiabile. Non è mai stato un problema, anzi, quasi un tratto distintivo. In famiglia era chiamato «il dito matto».
Forse l’avrò esibito a scuola. Forse per colpa sua ho ripiegato dal pianoforte all’organo. Forse avrei dovuto sfruttarlo alla visita per il servizio militare per essere esentato dalle guardie. Chi può dirlo. Qualche volta, mentre chiudo le altre dita a pugno, lui rimane lì semisteso, in una posizione vagamente imbarazzante per chi non mi conosce. Mi hanno consigliato di evitare di sollevare con la destra borse troppo pesanti: con l’età, il tendine menomato corre il rischio d’infiammarsi. Una volta ho avuto la tenosinovite. Passata.
C’è solo un vero nemico: il freddo. Quando la temperatura scende, il dito matto funziona da termometro, e se fa davvero freddo… muore. Data la scarsa circolazione sanguigna, in un primo momento diventa blu, poi cereo. Stecchisce. Allora devo frizionarlo e, in casi estremi, metterlo in bocca. Sì, non c’è altro rimedio. Due o tre minuti e resuscita, pizzicando assai.
Col tempo ho capito. Se non fosse stato su quella scala mobile, sarebbe successo altrove, perché io le dita non so tenerle a posto: devo toccare. Un pulsante misterioso, un pertugio, una superficie corrugata, un semplice buco: allungo la mano. Per controllare, per vedere di che si tratta, per provare se schiacciando succede qualcosa. Quando accade, oggi, la mia sposa mi rimprovera senza asprezza e mi guarda come se fossi ancora su quei gradini di ferro. Tutto sommato, mi meraviglio di non averne molte di più, di cicatrici.
Ah, la maglietta insanguinata, lavata, è stata conservata. Una reliquia.
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Non so se ve lo ricordate, ma ci sono dei baldi giovani che stanno portando in giro uno spettacolo teatrale sui cinque sensi che pesca ogni tanto dalle cicatrici uscite in ebook l'estate scorsa per la vostra casa editrice inesistente preferita. Avevano già preso 37, lo sfregio di Francesco Farabegoli, per una versione precedente dello spettacolo. Adesso ci hanno aggiunto Il dito matto di Mr Potts (che abbiamo orgogliosamente riportato qui sopra) e Catlaya, uno dei Tre cani pazzi di Gianni Solla usciti per Barabba Elettrolibri. Dunque, se siete perugini, o limitrofi, potete vedere lo spettacolo il 16 e il 17 dicembre, ore 21.30, allo Spazio Suburban-off di Fontemaggiore. Qui ci sono un po' di informazioni.
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