giovedì 3 novembre 2011

Hanno ucciso Barbapapà o Io per me vorrei essere una rana (3)

di Sara Parravicini (terza parte)

La rana è bellissima. È il mio animale preferito, la rana! Ci sono rane verdi, rane marroni, rane un po’ verdi e un po’ marroni, rane blu, rane arancioni, rane arancioni e verdi, rane gialle, rane gialle e nere, rane azzurre, rane azzurre con le righe arancioni, rane coi pallini, rane piccole come la punta di un dito, rane velenose, rane che cantano, rane mute... Vabbè, mi fermo, avete capito. La maestra me lo dice sempre che non ci ho la sintesi e infatti, nei temi, vado sempre fuori tema. Ma non nel senso che scrivo cose che non c’entrano col titolo, no. Nel senso che mi finisce sempre il foglio protocollo perché scrivo troppo e secondo me dopo un po’ la maestra si annoia a leggermi. Ma comunque, vi stavo dicendo della rana.
Ci sono tante leggende sulle rane. Una volta si pensava che le rane potessero cadere direttamente dal cielo perché si credeva che fossero i temporali estivi a farle nascere.
Che poi è vero che a volte le rane piovono dal cielo e il bello è che, se proprio non si spiaccicano che gli escono tutti gli occhi e le budella, dopo continuano a vivere come se niente fosse! Ma non è che piovano dal cielo per magia, no. Piovono dal cielo perché qualche tornado le raccatta dai loro stagni, le fa viaggiare per dei chilometri e poi le scarica a casaccio insieme magari a pesci e uccelli. Spatatapapappà! Spatapà! Spatapatapatapatapà!

Io, una pioggia di rane, non l’ho mai vista, però sono ancora giovane e può ancora capitarmi.
Io, se fossi una rana, vorrei almeno una volta nella mia vita di rana piovere dal cielo.

Ma la cosa più WOW della rana lo sapete qual è? È che la rana va in IBERNAZIONE.
Lo sapete che cos’è l’ibernazione? L’ibernazione si chiama anche “stato di quiescenza” e vuol dire che “un organismo vivente può temporaneamente sospendere i suoi processi vitali”. Praticamente succede che stacchi il cervello per un po’ e te la dormi tipo un letargo.
Lo stato di quiescenza secondo me è bello davvero. Non è una cosa triste, di morte, no.
È quando, in Natura, alcuni semi rimangono per anni nel deserto zitti e fermi e poi incendiano di verde e di rosso la sabbia al primo temporale.
Lo stato di quiescenza, per me, è la primavera che ti aspetta, è stare a casa a leggere Topolino in un giorno di scuola per un mal di pancia che hai detto alla mamma che hai ma non è vero che ce l’hai, è il tempo lungo delle giornate di pioggia che ti fa inventare un gioco senza giocattoli. È non avere i pensieri di ragnatela, è respirare tranquilla.

C’è anche un altro animale, un gamberetto chiamato “scimmia di mare”, che può resistere allo stadio di embrione per ANNI fuori dall’acqua e poi… magia! Reimmergendolo in acqua riprende a crescere.
La rana pure fa tipo così. Io non lo so perché lo fa, forse perché arriva un tempo dell’anno che è stanca davvero o forse ci ha troppi pensieri o forse vuole solo ricaricarsi per cantare meglio di prima… non lo so.

Però io, se potessi, vorrei tanto essere quiescente pure io. No sempre. Ogni tanto.

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(qui ci sono la prima e la seconda parte)

11 commenti:

  1. anche io assolutamente!

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  2. La cosa un po' infame è che le temperature dei tornado sono bassissime per cui se la rana vola in quel contesto è capace pure che diventi quiescente ed allora è tutto un cazzo.

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  3. Anonimo1:01 PM

    io di questa terza parte mo mi segno: "Io, se fossi una rana, vorrei almeno una volta nella mia vita di rana piovere dal cielo."

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  4. spero che presto sia pubblicata la quarta parte! come sempre, traspaiono dalle tue parole la profondità d'animo e la sensibilità che ti caratterizzano! continua per sempre così!!! tu sei una vera artista, una creatrice di emozioni!

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  5. rita, grazie, mi piace quando esageri :D

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  6. Bello, tutto. Ma lo sai, tanto lo sappiamo sempre, in fondo ;)

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  7. Anche a me piace la rana, specialmente le coscette. GNAM :D

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  8. oh, non mollatemi qui da sola, eh! mica è finito, eh! giovedì la prossima puntata su...rieduchescional barabba!

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  9. grandissima ed emozionante, alla prossima!

    maria cristina

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