No, io voglio un funerale all'antica, e l'ho scritto nel testamento, un funerale laico, ma d'una certa solennità. Laico, ma tradizionale. Non ci voglio i preti, ma gli ex preti ce li voglio, ci voglio quelli che hanno buttato la tonaca alle ortiche e si sono fatti comunisti, pur restando preti nell'animo. Ne voglio quattro, di questi preti spretati e togliattizzati, e poi voglio due cavalli neri col pennacchio in capo, due critici letterari a cassetta, ai quattro cordoni del carro ci voglio nell'ordine uno storico, un critico d'arte, un funzionario di casa editrice e un redattore di terza pagina.
Deve essere un bel funerale. Dietro venga chi voglia, tranne le segretariette secche. Loro no. Poi si scordino pure di me, ma il funerale lo esigo bello, solenne e, come ho detto sopra, laico. Perché troppi amici ho visto morire malamente, e peggio ancora essere accompagnati al camposanto.
(Luciano Bianciardi, La vita agra, 1962; Bompiani 2005, pagg. 151-152)
E invece.
Quell'attimo arriva il 14 novembre [del 1971], mattina senza pioggia, molto fredda, dopo diciannove giorni di agonia, dopo quarantanove anni di vita agra.
Due giorni dopo, da Grosseto, arriva il furgone funebre mandato dal Comune. [...] Alla partenza del furgone c'è Maria in un angolo che piange.
La bara scivola dentro, l'autista e il becchino chiudono il portellone. Ci sono quattro persone con i cappotti chiusi, venuti per salutarlo. Uno è Vacchelli. Il secondo è Sergio Pautasso: "Finché campo non dimenticherò lo squallore di quel funerale". Gli altri due non se li ricorda più nessuno.
(Pino Corrias, Vita agra di un anarchico. Luciano Bianciardi a Milano, Baldini&Castoldi 1993, pag. 190)
Luciano Bianciardi – ci ho fatto la tesi di laurea, su Luciano Bianciardi – è morto quarant'anni fa. E sei giorni. Ma era il mio compleanno, sei giorni fa, portate pazienza. Quarant'anni dopo la vita non è certo meno agra. Ciao Luciano.
Caro sconosciuto ammiratore di Bianciardi,
RispondiEliminanon è vero che gli altri due non se li ricorda più nessuno: semplicemente Corrias non sapeva chi fossero. A pagina 184 della biografia di Bianciardi, Da Grosseto a Milano - la vita breve di Luciano Bianciardi, puoi scoprire che si chiamavano Loredana e Antonio ed erano due cugini di Luciano che si sono occupati del suo funerale. Nel libro troverai anche altre notizie che non compaiono in quello di Corrias, ma che forse val la pena di conoscere.
La tua commemorazione, sia pur sintetica, è profondamente sentita e commovente. A proposito: con un po' di ritardo, buon compleanno.
Alvaro
Alvaro, ti ringrazio tantissimo per il commento e la precisazione. Ho il tuo bel libro che ho letto tempo fa e che mi ha dato una miriade di informazioni utili (anche per la tesi). La citazione imprecisa da Corrias non voleva dare uno spaccato di ciò che successe realmente, mi interessava l'accostamento con quel passo de la vita agra ed è stata semplicemente la prima a venirmi in mente.
RispondiEliminaGrazie ancora e un abbraccio.
Caterina