Avevamo in mente di fare una bella rimpatriata, ieri, ma la Storia, quella vera, ahinoi, ci ha costretti in casa. Così abbiamo provato a organizzare una lettura pubblica e virtuale. Ed è andata molto bene, come potete vedere e ascoltare qui sotto nella lista completa delle letture in ordine rigoroso e cronologico.
(NOTA: se stai leggendo questo post da un feed reader, forse non si vede tutto, perché è pieno di cose embeddate in modo abbastanza artigianale; si poteva far meglio, ma... insomma, porta pazienza)
È iniziato tutto la notte del 23 aprile, con una chiamata alle armi e un bicchiere di Sorbara:
In piena notte e arrivato il primo video, dove Vincenzo Prencipe (khenzo) legge "Carta da musica e suono di bilancia":
E dal mattino dopo siamo andati avanti fino a sera, cominciando con Marco Manicardi (il Many) che legge “Virginia che non si muove” di Massimo Santamicone (Azael) accompagnato da Gianluca e le cose (cioè Fabrizio Chinaglia al contrabbasso e Simone Rossi al chitarrino e al clarino):
Fabrizio Gabrielli (tabacchino) legge "Ci vuole del coraggio" di Marco Manicardi (il Many):
Simo Paltro legge "Il sentiero" dei Modena City Ramblers:
Massimo Santamicone (Azael) legge "Virginia che non si muove" e racconta una cosa che potremmo intitolare "Ricordare è un lavoro da delinquenti":
Elena Marinelli (osvaldo) legge "Resistenza" di Camilla Tomassoni (Ilke Bab), accompagnata dai tram di Milano (linea 1, direzione Ortica):
Francesco Farabegoli (disappunto) legge "Voglio solo vedere il primo che" (in due parti):
Giulia Sgarbi legge "Dieci lacci colorati" di Camilla Tomassoni (Ilke Bab):
Fabrizio Chinaglia (Bicio) legge "Va là, tugnino" di Emanuele Vannini (Van deer Gaz) accompagnato dall'accento giusto:
Elena Marinelli (osvaldo) legge "Come giocare la palla" di Fabrizio Gabrielli (tabacchino), accompagnata dai tram di Milano (linee 1 direzione Ortica e 33 direzione Lagosta) e dalle campane del Lazzaretto:
Paolo Minguzzi (kutavness) legge "Strade e vite":
Alessandro Zanotti (Zanna) legge "Armistizio" di Fabrizio Chinaglia (Bicio) in modo verticalissimo:
Luca Zirondoli (carlo dulinizo) legge "Questa cosa della resistenza" di Enrico Bergamini:
Marco Manicardi (il Many) legge "Non è la guerra" di Massimiliano Zulli (UomoMordeCane):
Chiara Bat (Batchiara) legge "Senza Titolo" di Lia Finato (su tumblr) e “Allora mi sono fermata e ho smesso per un attimo di fare le solite cose che fanno tutte le donne” di Ludovica Tomassucci (Ludovica Anselmo) (sempre su tumblr)
Alessandra Cappelli legge "L'uomo nero" di Luca Zirondoli (carlo dulinizo):
Elena Marinelli (osvaldo) legge "Resistenza di ceramica", in tempo per la cena:
Andrea Capaccioli (Ciocci) legge "Dignità. Tre soggettive" di Simone Marchetti (Chettimar):
Daniela Garutti legge "Allora mi sono fermata e ho smesso per un attimo di fare le solite cose che fanno tutte le donne" di Ludovica Tomassucci (Ludovica Anselmo):
Simone Marchetti (Chettimar) legge "Camicie rosse, camicie nere" di Andrea Reboldi (Meandthebay):
Elena Marinelli (osvaldo) legge "Dojo Yoshin Ryu" di Simone Rossi:
Alessandra Cappelli legge “Zug” di Elena Marinelli (osvaldo), al calar della sera:
Fernanda Scianna (nandina) legge "Camillo" di Andrea Vigani (chamberlain):
Alla fine, abbiamo provato a ringraziare tutti e a dare la buonanotte insieme a una frase di eNZO:
Pensavamo che fosse finita lì, e invece, la mattina dopo (cioè stamattina)...
Isabella Dessalvi (Isa Dex) e Cristiano Bocchi (l'omone) hanno pubblicato un video a cura dell'ANPI Amiata, dove hanno intervistato un po' di gente; ci siamo anche noi con la nostra combriccola di ex-friendfeeders:
c'è anche un trailer pieno di parole di verità:
Poi è arrivato il video di Caterina Imbeni (grushenka) che legge "La bicicletta della nonna" di Stefano Pederzini (bolero):
Luca Zirondoli (carlo dulunizo) legge "L'impresa di mio nonno":
Gianmaria Giuncaglia e Rosa Spina leggono "Tutto quello che avreste voluto sapere sulla Resistenza ma non avete mai osato chiedere (FAQ contro il mal di Pansa)" di Stefano Pederzini (bolero):
Radio Sverso, invece, manda in onda la replica della puntata del 25 aprile 2017 de L'Analfabeta funzionante, condotto da Cristiano Micucci (Mix), e dentro ci sono:
- Il Coro delle mondine di Novi di Modena
- Caterina Imbeni (grushenka) che legge Le cartoline di Stefano Amato
- Andrea Reboldi (Meandthebay) che legge Camice rosse, camicie nere
- Massimo Santamicone (Azael) che legge Virginia che non si muove
- Cristiano Micucci (Mix) che legge Va’ là, Tugnino! di Emanuele Vannini (Van deer Gaz)
- Federico Pucci (cratete) che legge Pressione + Tempo
- Elena Marinelli (osvaldo) che legge Zug
- Fabrizio Gabrielli (tabacchino) che legge Come giocare la palla
- Marco Manicardi (il Many) che legge Ci vuole del coraggio
Galatea Vaglio legge "Gerani e moschetti. Ovvero i fascisti e i vasi della bisnonna Carolina":
Marco Manicardi (il Many) legge "La banalità del bene (do the right thing)" di Sergio Pilu ([SirSquonk]); con effetti speciali a cura del Miny:
A un certo punto è arrivato Ciccio Rigoli a fare Ciccio Rigoli:
E Angelo Ghigi a leggere "Va là, tugnino" di Emanuele Vannini (Van deer Gaz):
Leonardo Tondelli (leonardo) con quattro epigrammi di Beppe Fenoglio:
E infine, Astrid Virili (astridula) legge "Quattro" di Francesco Laviano (pensieri spettinati):
E questo è il resoconto di un anniversario in cui siamo stati insieme ed eravamo in tanti, chi a leggere, chi ad ascoltare, chi a commentare e condividere, chi a fare tutte queste cose. Insieme, come succedeva una volta, quando leggevamo dal vivo. Ora possiamo solo leggere da casa, da vivi, ma permetteteci di dire che siamo ancora decisamente bellissimi.
Tutti i link li trovate anche sulla nostra pagina di facebook.
Grazie a tutti, tanto, ma davvero davvero davvero tanto.
E sarebbe tutto, ma quella sera di dieci anni fa c'era anche Federico Pucci (cratete) che ieri sera, su twitter, ha scritto questa cosa qui con cui chiudiamo ufficialmente i festeggiamenti:
Dieci anni fa mi accingevo a partecipare a una cosa che era nata su internet. Era una raccolta di racconti (veri o inventati, quindi comunque verissimi) sulla Resistenza. E quella sera, si leggevano insieme. Così una sera ho preso e sono andato a Carpi. Non c'ero stato mai. E l'ho fatto perché me l'aveva detto internet. O meglio, le persone che ci ho trovato dentro. Una seconda famiglia. Nuovi, veri amici. Tutti antifascisti, e in cerca di qualcosa per dichiararlo a modo nostro.Grazie ancora.
Avevamo voglia di raccontarci storie e stare insieme. Celebrare il 25 aprile non come istante cristallizzato nel 1945, ma come atto di liberazione che non può veramente fermarsi. Un omaggio presente alla vita che la Resistenza restituì a un Paese prigioniero, anche di sé stesso.
Son cose che - potete capire bene - risuonano anche in questo strano periodo, così diverso da quel 2010. Nonostante non abbia più 24 spettinatissimi anni, talvolta mi ritrovo a sentire quel bisogno di uscire da una stasi e un'apnea, come provavo allora.
Quella serata di 10 anni fa mi liberò. Non solo per quel che avevamo scritto, ma perché lo avevamo fatto. E detto, a voce alta. Era una cosa che avevamo creato tutti insieme, dal niente, e se non ci ha dato una direzione nella vita quantomeno ci ha mostrato delle possibilità.
Io probabilmente non farei quel che faccio ora nella vita, cioè scrivere, senza quell'iniziativa, senza quel reading del 24 aprile 2010. E non conoscerei le persone più importanti della seconda metà della mia vita. Ogni volta che ci ripenso, mi sento di nuovo liberato.
State bene, lavatevi le mani e resistete.
Buon 25 aprile.
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