giovedì 5 maggio 2011
Se c'è
Se l'anima c'è, è capace di pensare? Perché sennò che cosa fa, l'anima, nel corpo, se c'è e non pensa? E se c'è, l'anima, a cosa pensa quando il corpo e la mente vengono stuprati e poi annullati dall'alzheimer, dalla demenza senile? Se ne sta lì bella bellina, per degli anni, se c'è, l'anima, ad aspettare lo spegnimento della macchina per poi salire al cielo? Ma allora, che anima sarebbe, se ci fosse, a starsene tranquilla mentre intorno un uomo esplode? O invece, chissà, si attorciglierebbe, l'anima, se esistesse, s'attorciglierebbe in convulsioni rabbiose, s'accanirebbe, maledirebbe la propria impotenza di poter mantenere un filo d'umanità dentro un corpo, il suo corpo, alla deriva? A cosa serve, l'anima, se c'è, se non s'incazza?
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M'è venuto in mente che l'altra sera ascoltavo radiorai1 e c'era il papa che diceva che uno in coma è come una chitarra che non suona. Ho subito pensato che, se il corpo è la chitarra e l'anima è il suonatore, non s'è mai visto un suonatore che non riesca a rimettere a posto la propria roba rotta o che almeno non la porti da uno specialista per farla riparare.
RispondiElimina...c'era un poeta di cui non ricordo il nome che di fronte ad una domanda che si poneva, domanda che non aveva nulla a che vedere con quella che ti poni tu, ma che comunque investigava sull'uomo, commentò a se stesso dopo varie riflessioni: la stanchezza di ogni ipotesi. Ci sono domande che si possono fare a se stessi, si devono fare, e si devono porre, ma. C'è un confine, oltre il quale, le nostre risposte turbinano in una spirale inghiottendosi, prendendo corpo e forme, apparentemente sensate di una logica quasi illuminante, in teoria. Ma che si riverberano nella realtà come una maledizione. Così da giustificare in ragione di una ragione raggiunta, attraverso una logica che si spiega e si legittima oltre quel confine, di stanchezza in cui l'uomo si avventura, il più giusto ed efferato dei delitti. Per esempio: il nazzismo. Domandarsi se l'anima pensa è come domandarsi se tutto il cosmo pensa. E noi non siamo assolutamente fuori da ciò che ci contiene. Un caro saluto a te, e a Carlo Dunilizio. Cocuma
RispondiEliminaSempre che ci sia. Un saluto a lei, Cocuma.
RispondiEliminaMefistofele nel Faust consiglia a tutti di studiare la logica, ci sarà un motivo...
RispondiEliminaun abbraccio Cocuma.
...il motivo è che mefistofele, se consiglia di studiare la sua logica, tira l'acqua al suo mefistofelico mulino...
RispondiEliminaUn abbraccio Dulinizio.
A me questo libro sull'anima mi ha preso assaje.
RispondiEliminahttp://www.raffaellocortina.it/catalogo_scheda.asp?idlibro=1121
Poi, è ovvio, lui è schierato, e anche per questo è interessante.
c'è un bellissimo racconto di Oliver Sacks, all'interno de "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello" che risponde un poco alla domanda che ti fai tu. Sacks è un neurologo, oltre che un uomo adorabile. Il racconto si chiama "il marinaio perduto". Ciao*
RispondiEliminaGrazie mille, reverie. Lo leggerò.
RispondiEliminaL'anima è mia. Lo dicono i cugini di campagna. E guai a chi me la tocca o ne parla a cazzo senza conoscerla.
RispondiEliminaTiziano
...mio zio di provincia invece, sostiene che nulla ci appartiene. Ed è forse per questo che l'amore fugge, e la nostra giovinezza fugge e la stessa vita fuggirà. E osserva, sempre mio zio di provincia lo dice: poichè se solo qualcosa di questo, che presumiamo ci appartenga, compresa l'anima, ci appartenesse veramente, come crediamo ci appartengano le cose, le conserveremmo gelosamente ibernate così da garantirci l'immortalità e dandone sfoggio in una razionalità e logica di una vita, eterna, appunto, con molte certezze e priva di pensieri dibattiti e sofferenze. Nessuno conosce l'anima dell'uomo, o solo a sprazzi noi crediamo di poter abbozzare un'idea si di essa; così dice mio zio di provincia, non è dato di capire in profondità, l'opera di un Dio. Parliamo dell'anima, ma anch'essa, tra supposizioni e teorie alla fine, ancor prima che si muoia, ci fuggirà dalle nostre convinzioni. Perchè non ci appartiene. Riconosco, alla fine di questo pistolotto, che mio zio di provincia, dice cose strane, lo ammetto, però è quello che pensa. Cocuma
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