domenica 18 settembre 2011

E quindi uscimmo a riveder il buio oltre le stelle

Io il naso all'insù, verso il cielo notturno, ce l'ho sempre avuto, con una predilezione tutta mia e un po' perversa per Cassiopea e le costellazioni circumpolari, vai a capire il perché, ma son fatto così. Poi, ieri sera, ho finito il nuovo libro di Amedeo Balbi, Il buio oltre le stelle, che come sottotitolo ha L'esplorazione dei lati oscuri dell'universo, e a parte l'aver goduto tantissimo della bellezza spropositata della prosa del Balbi, che quando scrive delle cose così, per fare un esempio:
Quando il segnale radio che captiamo oggi partì da 3C48, la Terra era ancora solo un abbozzo informe di magma ribollente.
Di fronte a distanze così enormi, bisognava mettere in una prospettiva completamente diversa la quantità di radiazione elettromagnetica emessa da questi oggetti, tanto nel visibile che nella banda radio. In realtà, fatti i dovuti calcoli, si concluse che i quasar emettevano una quantità di energia di gran lunga superiore a quella di un’intera galassia. Un quasar era più compatto di una normale galassia, ma enormemente più brillante.
Oggi pensiamo che tanto nel cuore delle radiogalassie quanto nei quasar si nascondano, con ogni probabilità, enormi buchi neri, oggetti così massicci e compatti da generare un campo gravitazionale gigantesco, un pozzo senza fondo da cui qualunque cosa, una volta entrata, non può più riemergere. Neanche la luce.
La sola manifestazione della presenza di quel nucleo oscuro è l’enorme energia sprigionata dalla materia che vi precipita dentro: l’ultimo urlo prima della condanna all’oblio. Il materiale che si avvita inesorabilmente verso il baratro sprigiona, per attrito, enormi quantità di calore e quindi di radiazione elettromagnetica (nel caso dei quasar il calore è talmente grande che l’oggetto brilla in maniera tale da renderlo visibile a distanze eccezionali). Nel frattempo, giganteschi getti di particelle cariche vengono espulsi lungo l’asse di questa colossale trottola, avvolgendosi lungo le linee di forza del campo magnetico alimentato dalla trottola stessa. La radiazione di sincrotrone emessa in questo modo può spiegare il potente segnale radio che riceviamo da quasar e radiogalassie.
Il timido ronzio radio catturato per la prima volta dall’antenna di Karl Jansky era quindi la manifestazione di un universo violento, dove avvengono processi fisici di energia un tempo inimmaginabile. Un universo rimasto nascosto agli astronomi per secoli.
Il placido cosmo di Keplero e Galileo, dove piccoli puntini luminosi costellavano il cielo notturno lasciando immaginare un meccanismo perfetto e pressoché immutabile, era ormai superato per sempre.
è addirittura eccitante, a parte questo, mi è venuto da tirar su il naso verso il cielo un'altra volta, e non ci avevo mai fatto caso, ma nel nero della notte, tra una stella e l'altra, dove avevo sempre pensato che non ci fosse granché da vedere, ho come percepito la presenza di materia ed energia, le ho sentite esprimere la loro forza gravitazionale, le ho viste ribollire, anche se sono praticamente invisibili all'occhio umano e agli strumenti di misura che i cosmologi usano per tentare di capire cosa siano. Ma forse era solo suggestione.

Quello che non era suggestione, invece, finito il libro - che vi consiglio, anche se non ve ne frega niente della scienza, perché non è solo di scienza che parla il Balbi, ma di vita e soprattutto della limitatezza di noi microscopici abitanti senzienti del cosmo - quello che non era suggestione è la consapevolezza che per dirci esseri umani fatti e compiuti, per dare un senso al nostro stare qui coi piedi piantati sul nostro pianeta, apparentemente immobili, ma continuamente in moto velocissimo su noi stessi, e poi intorno al Sole, e ancora ruotando nella Via Lattea, che a sua volta gira vorticosamente in un ammasso di galassie, che si muove in un superammasso di ammassi di galassie, e che contemporaneamente si allontana a velocità indicibili da tutti gli altri innumerevoli - nemmeno riusciamo a immaginare quanti - superammassi di ammassi di galassie che popolano l'universo, ecco, per dirci esseri umani fatti e compiuti, e soprattutto continuare a tirar su il naso a riveder le stelle, non è che sia tanto importante arrivare a capire chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando. L'importante è continuare a chiederselo.

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Poi di Amedeo Balbi vi straconsiglio Seconda stella a destra, vite semiserie di astronomi illustri. E soprattutto di votarlo ai Macchianera Blog Awards come miglior blog tecnico-divulgativo, ché è cosa buona e giusta.

1 commento:

  1. lo sto leggendo anche io in questi giorni, sono affascinata

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