L'altra sera c'era questo ex partigiano emigrato clandestinamente in Cecoslovacchia che diceva che l'avevano mandato alla scuola di partito, a Praga. Gli insegnavano la storia del marxismo, la storia del movimento operaio, la storia dell'internazionalismo, la storia del socialismo, la storia del Partito Comunista e la storia dell'Unione Sovietica. E doveva sempre studiare un bel po', senza stringere dei gran rapporti coi cecoslovacchi e neanche coi suoi compagni di corso, perché la clandestinità ha le sue regole.Queste cose, e anche delle altre, le avevo scritte l'anno scorso dopo aver visto l'anteprima nazionale di un documentario molto bello girato da un paio di amici, che si fanno chiamare, quando fanno i registi insieme, i f.lli Levratti (son poi fratelli davvero).
Un giorno, raccontava, era lì seduto sotto un albero, in un parco, e leggeva le dispense che gli avevano dato alla scuola di partito. A un certo punto viene avvicinato da un insegnante, uno di quelli più importanti, uno di quelli che incutevano timore solo a guardarli da lontano. Vien lì, l'insegnante, si siede di fianco a lui, lo guarda un po' studiare, poi gli chiede: Te, dimmi, cosa ci vedi in quelle pagine?
Se devo essere proprio sincero, ha risposto l'ex partigiano emigrato clandestinamente, se devo essere proprio sincero, io, lì, in quelle pagine, ci vedo una donna nuda.
Il documentario s'intitola Memory, fughe dalla democrazia, e che sia molto bello mi pare d'averlo già detto. Quello che invece volevo dire è che adesso potete vederlo anche voi sul sito di ViaEmiliaDocFest. E, se vi piace, potete votarlo e fargli vincere dei premi, ché se lo merita, il documentario, e se lo meritano anche loro, i Levratti. Che poi son tipo i fratelli Coen della bassa emiliana, anche se adesso vivono a Milano.
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