Avevo un sogno, quand’ero piccolo: fare l’astronomo. Dev’essere iniziato tutto quando ho scoperto che mio zio era socio di un gruppo di astrofili, e quando andavo a trovarlo c’eran sempre tutte queste riviste di astronomia, nel suo bagno. Lui, mio zio, faceva l’operaio, ma un giorno si vede che ha tirato su il naso, di notte, verso il cielo, e da quel giorno lì non è più riuscito a tirarlo giù. Io, poi, non capivo niente di quello che c’era scritto su quelle riviste di astronomia, ma guardavo le figure, eran belle da perdere il fiato. Allora lui, mio zio, mi ha portato fuori al buio, era inverno, mi ricordo, e mi ha fatto vedere le costellazioni. La vedi quella lì a forma di W?, mi ha detto, quella lì è Cassiopea.
Quel sogno di diventare astronomo non è mica andato via. Dev’essere per quello che alle medie sapevo già tutti i nomi delle costellazioni, soprattutto quelle invernali, che secondo me eran le più belle, con Orione, che proprio lo vedi tendere l’arco, Sirio, che brilla più di tutte, e Cassiopea, che poi si vede tutto l’anno perché è circumpolare (sapevo questa parola difficile che faceva sempre un figurone, a scuola) e mi divertivo a dire agli amici: Oh, guarda, la vedi quella W?, quella è una tipa mezza nuda e mezza coricata. E loro, i miei amici, non capivano e mi mandavano a cagare. Però io la vedevo, sensuale, bellissima, ci facevo anche dei pensieri strani, con Cassiopea.
E continuavo a sognare di fare l’astronomo. Dev’essere così che mi son messo a leggere i libri di astrofisica, il primo è stato Stephen Hawking, sempre alle medie. Mi ricordo che leggevo Cuore di tenebra al pomeriggio e Dal big bang ai buchi neri la sera. E la bocca mi si spalancava per i grandi fiumi africani come per lo scoprire che la distanza più piccola tra due punti non è una retta, che era quello che ci stavano insegnando in geometria. Ogni pagina era un giramento di testa. E la sera guardavo il cielo e lei era sempre lì, sempre a W, sempre mezza coricata e con pochi vestiti, e anche se adesso sapevo che era solo una questione di prospettiva, la sua W, lei era sempre sensuale e bellissima, Cassiopea.
Quel sogno di fare l’astronomo non andava mica via. E un giorno, quand’ero più grande, alzo gli occhi al cielo, come quasi tutte le sere, e vedo Hale-Bopp. Rimane lì per dei giorni, stampata nel cielo, e mi entrano le zanzare in bocca mentre sto a guardarle la coda. Nel frattempo scopro che mio zio e il suo gruppo di astrofili, insieme all’osservatorio di Castelnuovo Sotto, avevano fatto la foto più bella del mondo alla cometa e che la NASA li aveva contattati e gliel’aveva comprata. Però in quei giorni, mentre tutti avevano gli occhi verso Hale-Bopp, io dicevo: Guardate anche là, a nord, la vedete quella W? È bella, non è vero? È Cassiopea.
E insomma, avevo un sogno: fare l’astronomo. Solo che poi, sempre in quei giorni lì, quelli di Hale-Bopp, mi dicevan tutti di diventare un ingegnere, che ero portato, che si trovava lavoro, che secondo loro era la mia strada. E io, che non ho poi ‘sta grande spina dorsale, niente, ho ceduto, ho fatto ingegneria. Così il sogno se n’è andato, e progressivamente ho smesso di guardare le figure sulle riviste di astronomia, ho smesso di leggere libri difficili di astrofisica, ho smesso di dire ai miei amici guarda quella W, guarda com’è bella, stasera, mezza nuda e mezza coricata, Cassiopea.
L’ho tradito, quel sogno di fare l’astronomo, l’ho tradito in malo modo, ma fa lo stesso. Ora ho letto Seconda stella a destra, il libro di Amedeo Balbi che ho trovato nella sezione Ragazzi della libreria, e, porcavacca, la testa mi si è riaperta in due. Volevo scriverci un post, ma ci ha pensato Squonk, ha detto tutto quello che c’era da dire. Di mio volevo scrivere che da stasera, nella sezione dello scaffale del salotto dove raccolgo i libri che si farà leggere o leggerà il mio futuro figlio – non è nemmeno in programma, per ora, non preoccupatevi, però non si sa mai – insieme a Pinocchio, Alice, Il piccolo principe, Tom Sawyer e qualche altro, ci sarà anche Amedeo Balbi. Ma io, adesso, proprio ora, mentre scrivo, ho una smania che non vi dico di riveder le stelle. E dovrò aspettare dei giorni, perché ieri pioveva, oggi anche, domani pioverà, m’immagino, e io aspetto e aspetterò che si schiarisca un po’ il cielo per poi tirar su il naso, guardare verso nord e cercare una W. E chissà come sarà, dopo così tanto tempo che non la guardo. Sarà invecchiata, perché le sue stelle pian piano, impercettibilmente, l’una dall’altra le si sono allontanate. Ma lei sarà lì, ancora, lo so, farò pensieri strani, forse, e le chiederò come stai, come stai e da quanto non ci vediamo, eh, piccola donna mezza nuda e mezza coricata? Son sempre io, sai? Anche se ti ho tradita, ma è la vita. Ma parlami di te, piuttosto, come stai, lassù, e come fai a rimanere cosi sensuale e cosi bella, dopo tutto questo tempo, Cassiopea?
Non so se potrà consolarti.. io ho studiato astrofisica e faccio il grafico.... se contassimo i rimpianti delle persone, altro che le stelle! Saluti da Cassiopea!
RispondiEliminama no, niente rimpianti, solo un po' di melanconia :)
RispondiElimina...a me succede così. Appena intravedo la melanconia da lontano, e vedo e capisco che punta dritto, e che ce l'ha con me, inizio furioso a spararmi in testa delle cazzate una dietro l'altra. Non ci crederai, ma passa, ( la melanconia ) e non mi caga neanche di striscio. Un saluto
RispondiElimina