sabato 18 dicembre 2010

Cinquantamila lire

Io vorrei raccontare la storia di quelle cinquantamila lire che mi aveva dato per Natale mia bisnonna, che si chiamava Galavotti Angiolina, prima il cognome e poi il nome, come d’uso tra la gente nata povera e mezzadra, specie nel 1905, anno di nascita, appunto, di Galavotti Angiolina, detta Bionda forse per il colore dei capelli, non si sa, e non se lo ricorda più nessuno, io li ho sempre visti bianchi, quei pochi capelli.

Vorrei raccontare di quelle cinquantamila lire e di come le avevo spese per comprare un chiodo, perché ero improvvisamente diventato, a dodici o tredici anni, un metallaro per via del fatto che era uscito questo disco che si chiamava Fear Of The Dark, e i miei amici me l’avevan regalato per il compleanno visto che non sapevano cosa regalarmi, e non avrebbero mai immaginato che mi sarei trasformato all’istante in un metallaro.

Vorrei raccontare che quelle cinquantamila lire mia bisnonna Bionda, Galavotti Angiolina, me le aveva regalate per Natale in una busta bianca senza scritte, perché dopo tanti anni che non scrivi, quando poi neanche l’hai mai saputo fare troppo bene, non ti ricordi mica come si fa, e me le aveva regalate, quelle cinquantamila lire nella busta bianca senza scritte, perché non sapeva cosa regalarmi, la Bionda, Galavotti Angiolina, che era nata in un mondo diverso, diceva, e non ci capiva mica niente di come era diventato adesso, il mondo, se ancora si poteva chiamare mondo, diceva sempre, e allora io, con quelle cinquantamila lire lì, avevo iniziato il mio processo di metallarimento.

Avrei voluto poi raccontare che dopo quelle cinquantamila lire lì, mia bisnonna Bionda, Galavotti Angiolina, non mi aveva dato più neanche un soldo, perché secondo lei con quel giubbotto, che le dicevo sempre che si chiamava chiodo, ma lei non capiva perché bisognasse dare il nome di un chiodo a un giubbotto e lo chiamava giubbotto, con quel giubbotto e con quei capelli lunghi lì, secondo lei facevo schifo.

Volevo raccontare delle cinquantamila lire che avevo speso per comprare il chiodo, ma poi è andata a finire che, così come mi ero metallarizzato, mi son poi demetallarizzato quando ho ascoltato questo disco che si chiamava In Utero, e lì è cominciato il mio processo di rockenrollamento che mi ha portato sempre più in là, finché un giorno quel chiodo, dopo che non ci avevo fatto aerografare la scritta “IRON MAIDEN” perché ero giovane e senza soldi, visto che la Bionda, Galavotti Angiolina, di soldi non me ne dava più, dopo che non ci avevo fatto aerografare “NIRVANA” nel mio periodo grunge perché non avevo voglia di farlo, disperso com’ero nel menefreghismo grunge, dopo che non ci avevo fatto aerografare “DISCHARGE” nel mio periodo hardcore perché mi son dimenticato di farlo, dopo che ho capito che se ci facevo aerografare “RADIOHEAD” ero uno sfigato, un giorno, dicevo, il chiodo l’ho messo in un armadio e non l’ho più tirato fuori. E già che c’ero mi son tagliato anche i capelli, belli corti, con la chioma fluente e orribile che è rimasta tutta sul pavimento del barbiere.

E della storia che volevo raccontare delle cinquantamila lire che la Bionda, Galavotti Angiolina, mia bisnonna, mi aveva regalato per Natale e che io ho usato per comprare un chiodo che poi ho messo nell’armadio quando mi son tagliato i capelli, e di come mia bisnonna Bionda, Galavotti Angiolina, avesse poi ripreso a darmi dei soldi della sua pensione dal primo Natale in cui avevo poi i capelli corti e non facevo più schifo, secondo lei, anche se dopo poco tempo è morta, perché così è la vita, specie per una nata nel 1905, anno di nascita, appunto, di Galavotti Angiolina, detta Bionda, ecco, forse, di quella storia lì, non gliene frega niente a nessuno. E allora non la racconto. Però secondo me è un peccato.


(è uscito ieri sul PslA)

4 commenti:

  1. Anonimo2:30 PM

    lo so che non c'entra una sega ma la mia, di nonna, era del '909 e le 50 mila, a volte, le dava ai marocchini che "ne avevano di bisogno". A mio padre la cosa dava fastidio perchè lui era fascista della prima ora ma stava comunque zitto perchè mia nonna manteneva anche lui. Una pensione di reversibilità, dovuta ad un marito minatore, manteneva anche "il fascio" che aveva avuto una sola grande fortuna: sposare la figlia di mia nonna, cioè mia madre. Quelle 50mila e l'esempio derivante, mi hanno fatto diventare comunista. Ogni anno l'mi babbo tenta di andare a Predappio, a visitare il "pelato appeso" di piazzale Loreto. Ogni anno gli sgonfio le ruote del camper. Questo è un gesto da 50mila lire, gesto cazzuto...tipo Charles Bronson che si scaccola o indovinare la chiave giusta guardando al volo un bullone. Tutto qua. by omone

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  2. anche l'amica di mia nonna la chiamavano Bionda!.. ma lei non era del 1905... che belli i tempi di una volta ;)

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  3. Pensa te che fortunato, il chiodo è tornato di moda! però io farei aerografare la scritta Bionda, e lo rimetterei nell'armadio.

    Bellissimo pezzo.
    Compliments.

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  4. Adesso ho capito Many perché me lo hai linkato. Mi suscita mille mila ricordi...

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