"Lasciate perdere broletti, palazzi del governo e anche le università, ragazzi, pensate alle banche. Intendiamoci, non sono da sconfessare le occupazioni spontanee di questi edifici, e magari anche delle carceri e dei manicomi. Anzi, esse sono da riguardare con simpatia, ma bisogna in ogni caso riconoscerne l'infantilismo rivoluzionario, l'errata valutazione circa la priorità degli obiettivi[...].
L'occupazione delle banche richiederà l'impiego di squadre specializzatissime. Se anche noi possiamo permettere e anzi approvare quei moti spontanei e repentini della piazza, e potremo persino giungere a sollecitarli, per l'azione risolutiva noi avremo bisogno di altissima funzionalità, perfetta scelta di tempo, fulmineità di manovra e risolutissima decisione. E badiamo bene: occupare le banche non significa entrarci dentro e rimanerci, seduti per terra a tenere assemblee, concioni e bambate simili [...]. Le banche non vanno presidiate. Vanno vuotate".
Luciano Bianciardi, Aprire il fuoco, Rizzoli, 1969, pp. 173-174.
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