Antonio Elia Acerbis nasce a Milano il 31 Gennaio 1960. Fin da piccolo adora il pallone, come tutti i ragazzini della sua età, ed è forte, molto forte. Talmente forte che le giovanili del Varese se ne accorgono e lui non si tira indietro. Si fa notare anche lì per la sua abilità finendo, a 17 anni, a esordire in serie B.
Un giorno, dopo una partita particolarmente brillante, gli si avvicina un amico che fa il giornalista. “Ti faccio qualche domanda”. Acerbis acconsente e risponde. Visto che si è tra amici, Antonio confida anche alcune cose che chiede all’amico di non scrivere. “Va bene, figurati” gli fa l’amico.
L’indomani Acerbis compra il giornale e ritrova le sue confidenze spiattellate ai quattro venti, ci rimane male. Anzi, si incazza proprio e decide che non parlerà mai più con i giornalisti.
Cominciano gli anni 80, l’era delle immagini, delle trasmissioni televisive sul calcio dove di calcio non se ne vede quasi, ma in compenso si sente e si vede gente litigare in salotti televisivi sempre più simili a un bar. Il calcio diventa più violento, anche sugli spalti.
Ma Antonio Elia Acerbis nel calcio ci è dentro. Passa all’Udinese dove esordisce in serie A e segna pure un gol, ma dura poco. Ritorna nell’inferno delle serie minori con Monza, Bari e Pescara. Dopo ogni partita, mentre i suoi compagni fanno a gara per finire davanti a una telecamera, lui sta già facendo la doccia e poi si riveste e torna a casa.
Eugenio Fascetti, tecnico esperto di serie B, lo nota e lo prende nella Lazio. La squadra è in serie B per una brutta storia, di quelle che il calcio è pieno, e deve partire da -9 (e la vittoria vale ancora due punti). Acerbis è uno degli eroi di quella stagione, dove si arriva a una salvezza strappata con i denti che per i laziali di lungo corso è una delle annate più belle della storia. Acerbis diventa un eroe per mezza Roma. Tanto che radio, tv e giornali ogni tanto ci provano. Ma lui ha sempre la stessa risposta: “non ho niente da dirvi”.
Arriva anche la serie A, con la Lazio. Il grande circo. I giornali ancora alla carica, le tv idem, di tanto in tanto. “Non ho niente da dirvi”.
Alla fine del 1988 Rocca, ct della nazionale Olimpica, lo vuole per le Olimpiadi di Seul. Lui ringrazia, ma niente da fare. “sto a casa”.
Antonio Elia Acerbis dalla Lazio passa al Verona, dove gioca due stagioni ad alto livello e poi va al Giulianova. Chiude la sua carriera professionistica nel 1992 per andare a giocare nei dilettanti.
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Alcune voci danno Antonio Elia Acerbis alle Seychelles, titolare di un’agenzia di autonoleggio. Altre lo vogliono residente a Milano, sua città natale, attivo in un Lazio Club della città. Lui sull’argomento non avrebbe probabilmente nulla da dire.
ero bambino...un grande!!!
RispondiEliminagrande Elia....calcio e Lazio d'altri tempi
RispondiEliminaMitico un suo gol col Bari. Eliminò la Fiorentina in coppa Italia!
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