Spero che anche altri fossero disorientati, in Italia, a questa vigliaccata che faceva il regime di uscire dal ring senza neanche aspettare non dico il primo pugno, ma almeno che qualcuno s'infilasse i guantoni. Certo noi eravamo disorientati: il regime si squagliava come i rifiuti superficiali di un letamaio sotto l'acquazzone, e ciò che contava era la confusione in cui restavamo, la guerra, gli alleati-nemici, i nemici-alleati.
Io e Lelio andammo nella bibliotechina di Tarquinia a cambiare i libri. C'era un ritratto del re Imperatore sul muro, a sinistra un ritratto di D'Annunzio, dall'altra parte un riquadro sbiancato, nel posto dov'era stato il Duce. Lelio montò su una sedia, tirò giù il Re Imperatore e lo appoggiò al muro, per terra; poi allungo le mani per prendere D'Annunzio. La signora bibliotecaria arrossì violentemente e disse: "Eh no, perbacco, quello no: quello è D'Annunzio!". Lelio disse: "Appunto", e lo mise al muro vicino al suo Re. La bibliotecaria stava per mettersi a piangere, mormorava: "Ma è il poeta della terza Italia", o quarta che fosse; ma noi inflessibilmente li passammo tutti e due per le scarpe. Lelio si mise a guardare il crocifisso che era restato solo sopra ai tre riquadri sbiancati. La bibliotecaria si sbiancò anche lei. Dopo un po' Lelio distolse lo sguardo dal crocifisso, e la bibliotecaria ridiventò rossa, e ci cambiò i libri. Mancava il verde.
Luigi Meneghello - I piccoli maestri - Bur, Milano, pp. 21-22.
Mancano 22 giorni per inviare una poesia, un disegno, un racconto sulla Resistenza che comparirà sull'e-book no-profit Barabba dice 26X1 [inviare a marcomncrd chiocciola gmail punto com]
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