lunedì 2 maggio 2011

Cicatrici: Risate e giri di corsa

[riceviamo e volentierissimo pubblichiamo la cicatrice di Mastrangelina]

(Posizione)
la guancia sinistra, poco sotto l'occhio.

(Cause)
Sette anni. Risate e giri di corsa intorno al tavolo, giri di corsa intorno al tavolo e risate. Mi ricordo una voce che mi dice di fermarmi, che devo andare a letto, di fermarmi che altrimenti mi faccio male. Una voce che però ride, mi insegue e gioca. Vuol farmi smettere di correre, ma al tempo stesso continua il gioco, continua la corsa. Quasi mi spinge. E allora ancora risate e giri di corsa intorno al tavolo. In pigiama, un pigiama chiaro con dei fiorellini piccoli e leggeri, quasi impercettibili. Poi uno scarto a sinistra e la botta. La maniglia del frigorifero tra me e il corridoio. Ma chi è che riesce a farsi male con la maniglia del frigorifero? Ecco io ci sono riuscita. Una botta secca, neanche forte. Una botta non forte ma precisa. Di quelle che ti preoccupi perché vedi la faccia preoccupata degli altri. Perché tu di tuo ripartiresti a correre se non fosse per una strana sensazione di calore e di bagnato che ti scivola sul viso e ti macchia il pigiama chiaro. Allora le risate si interrompono. Senti che ti tengono il viso e ti guardano con preoccupazione. La voce si è fatta seria e spaventata e ti dice di stare immobile. Un attimo e prima arriva il pianto e poi il tremito. Dopo mi ricordo una coperta, una corsa in macchina fino al Meyer, l'ospedalino dei bambini. Mi ricordo l'ingresso con la doppia porta a vetri e il viso del dottore, un dottore giovane, moro, col viso allungato che mi guarda serio e subito mi propone un patto. Un patto segreto tra me e lui. Nessun babbo o mamma in quel momento. Si tratta di un patto tra persone grandi. Io accetto perché il suo sguardo è bello. Sono passati trent'anni e quegli occhi li ho ancora davanti. Devo stare ferma immobilissima e lui manderà via il sangue e mi rimetterà a posto il viso senza che dopo si veda niente. Io dentro di me non ci credo neanche un po' ma accetto. Forse ho capito che tanto di più non posso fare. Ricordo che mi sono messa ferma ferma sul lettino, ho chiuso gli occhi e ho iniziato a respirare lentamente. Un pizzicottino dietro l'altro. Dodici pizzicottini in tutto e poi una carezza sulla fronte e un "ho finito, sei stata davvero bravissima".

(Conseguenze)
Sono stata ferma quella notte e quel dottore ha mantenuto la sua promessa. Non ho preso il sole in viso per un bel po' e adesso la cicatrice sta lì lunga e stretta stretta sulla mia faccia. Sta lì ma non si vede quasi. Se mi trucco non c'è, sparisce quasi del tutto. Negli anni sono stati tanti quelli che mi han detto di toglierla ma io ho deciso che la tengo. Ormai fa parte pienamente di me, come un neo o come la forma del naso. E poi in fondo in fondo di quella sera mi ricordo soprattutto le risate e i giri di corsa intorno al tavolo. E i ricordi belli credo sia meglio non cancellarli.

di Mastrangelina

5 commenti:

  1. anche questo post è una cicatrice, perché (bravaMastra) lascia il segno

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  2. fai bene a non toglierla perché nemmeno ci si accorge che c'è. Non tutte le cicatrici prima o poi smettono di vedersi, ma tutte prima o poi smettono di far male.

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  3. @Raffa, grazie. Poi ti scriverei una cosa lunga ma tu sai, io so e facciamo che ci siamo capite con uno sguardo

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  4. Condivido, è proprio bello. Merito anche al dottore che fa il patto segreto: roba che non si trova in tutti i pronto soccorso.

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  5. Anonimo7:36 PM

    @matteo, grazie :) (mastra)

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