domenica 26 settembre 2010

(Trascrizione più o meno fedele di) HOP HOP HOP: ebook collettivi, strategie di reclutamento e socialcosi

(quello che segue è il mio speech - non è una malattia - al WriteCamp di oggi, ultimo e scoppiettante evento della BlogFest 2010, della quale parlerò, se e quando ne avrò voglia, appena il cervello riprenderà a funzionare correttamente)

Buongiorno.

Si sente se parlo così?

Prima di cominciare vorrei ringraziare l'organizzazione del WriteCamp – fin qui mi è sembrato interessantissimo e mi scuso anticipatamente se il mio intervento imbolsirà tutta la questione, ma è la prima volta che partecipo a un BarCamp, anche da spettatore; e poi ho questa cosa che non riesco a parlare a braccio e mi son scritto tutto, spero che non vi disturbi – ringrazio tutti e in particolar modo vorrei ringraziare Mafe, che ci teneva così tanto che dicessi qualcosa da strapparmi dal torpore benestante che mi porto dietro e farmi venir qui, su questo pulpito a dire delle cose.

Il mio intervento si intitola HOP HOP HOP: ebook collettivi, strategie di reclutamento e socialcosi e affronta questioni legate alla creazione di ebook collettivi da parte, essenzialmente, della blogsfera. Cioè voi. Cioè noi.

All'inizio del 2010, anzi per la precisione alla fine del 2009, ho riesumato un vecchio blog di nome Barabba. Era un blog che non seguiva nessuno, ma visto che mi ero da poco iscritto a FriendFeed e che su FriendFeed era pieno di gente con dei blog, mi sembrava una bella idea, riaprire Barabba – poi ho anche capito proprio in quel momento, quando mi sono iscritto a FriendFeed, il perché da qualche tempo sui blog commentava poca gente, perché commentavano tutti lì: mi sembrava anche un bel modo per delocalizzare i commenti e starci dietro più agilmente, dato che le piattaforme dei blog son tutte male oliate oppure ostiche e portano via del tempo; poi ho capito che portava via del tempo anche FriendFeed, ma ormai ero fregato.

***

Verso la metà di febbraio mi incontro col mio socio – Barabba è un blog collettivo, adesso ci scriviamo in cinque o sei, prima eravamo in due – mi incontro col mio socio e gli dico: Be', ma se facessimo un ebook sulla Resistenza, visto che quest'anno a Carpi – siamo di Carpi, noi – c'è l'anniversario di Materiali Resistenti? Lui, il mio socio, che è un tipo un po' tecnovillano, mi ha detto Ok, pensaci tu per le questioni dell'internet, io organizzo la serata di presentazione. Va bene, gli ho risposto, vorrei fare una cosa come il Post sotto l'Albero. Lui mi ha chiesto che cos'era il Post sotto l'Albero, io gliel'ho fatto vedere, gli ho spiegato che è un ebook collettivo, in pdf, e che c'era da un po' di anni. Lui mi ha detto: va bene. Io gli ho detto: allora siam d'accordo. Lui mi ha detto: sì.

E così abbiamo cominciato.

Su FriendFeed – avevo una trentina di iscritti al mio profilo, all'epoca – ho detto Cosa ne dite se facciamo un ebook collettivo sulla Resistenza?

Il giorno dopo avevo un centinaio di iscritti e di commenti e delle mail che mi dicevano più o meno: sì, bella idea, io ci sto.

Da lì siamo partiti con il reclutamento. Sul blog, Barabba; su facebook, su twitter, su tumblr, a voce eccetera. Ci eravamo inventati un tormentone: “Barabba dice 26x1” (che era il calco del segnale in codice che ha fatto partire la Resistenza, a suo tempo, negli anni '40, e diceva, l'originale: "Aldo dice 26x1", e da lì via tutti sulle montagne a sparare, cose così: è Storia).

Il 15 di Aprile, la deadline per la consegna, avevamo già raccolto una sessantina di contributi, tra racconti, saggi, ragionamenti, poesie, disegni, foto e perfino un monologo teatrale di venti pagine. Era diventata una cosa seria.

Poi abbiamo impaginato (211 pagine) e l'abbiamo chiamato Schegge di Liberazione, forse ne avete sentito parlare. L'abbiamo presentato in pubblico il 24 aprile, in un locale, con delle letture e dei blogger che erano venuti da mezza Italia per leggere in pubblico i propri pezzi o quelli altrui, o anche solo per vedere cosa succedeva.

È andata così bene che ci han chiamati a Bologna in un festival delle culture antifasciste, poi in una radio, sempre a Bologna, poi hanno appeso i racconti in una villa di Mestre, poi a ottobre siamo a Milano e a novembre ci han chiamati a Venezia... e insomma, un ebook e un tour, come per i libri veri.

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È andata così bene che verso la metà di maggio mi incontro col mio socio e gli dico: Be', ma se facessimo un ebook sulla Sfortuna, visto che quest'anno a Carpi – sembra che a Carpi succeda un po' tutto – c'è il decennale del Festival di Filosofia e il tema è Fortuna. Lui, il mio socio, che è sempre un tipo un po' tecnovillano, mi ha detto Ok, pensaci tu per le questioni dell'internet, io organizzo la serata di presentazione. Va bene, gli ho risposto, allora siam d'accordo. Lui mi ha detto: sì.

E così abbiamo ricominciato.

Su FriendFeed – sempre lì – ho detto Cosa ne dite se facciamo un ebook collettivo sulla Sforuna eccetera eccetera?

Il giorno dopo avevo già una valanga di commenti e delle mail che dicevano più o meno: sì, bella idea, io ci sto.

Da lì siamo ripartiti con il reclutamento. Sul blog, Barabba; su facebook, su twitter, su tumblr, a voce eccetera. Ci eravamo inventati un altro tormentone: “Accettate la sfiga” (che era il primo gioco di parole che ci è saltato in mente, ma alla gente piaceva, abbiamo scoperto).

Il 9 di settembre, la deadline per la consegna, avevamo già raccolto una sessantina di contributi, tra racconti, saggi, ragionamenti, poesie, disegni e foto; e alcuni degli autori avevano partecipato a Schegge di Liberazione, altri erano nuovi.

Poi l'abbiamo impaginato (due volumi, questa volta, da 130 pagine l’uno) e chiamato Cronache di una sorte annunciata (che era il secondo gioco di parole che ci è saltato in mente), forse ne avete sentito parlare, è uscito venerdì 17 settembre. L'abbiamo presentato in pubblico quella sera lì, in un locale, con delle letture e dei blogger che erano venuti da mezza Italia per leggere in pubblico i propri pezzi o quelli altrui, o anche solo per vedere cosa succedeva.

Ed è andato bene anche questo, anzi, da Barabba, dove ora è scaricabile insieme a Schegge di Liberazione, ormai non riesco più a contare i download.

***

Non so se ne faremo degli altri, di ebook collettivi, perché è un gran lavorare. È bello, ma è un gran lavorare. Però da questa esperienza abbiamo capito delle cose sulla rete e sul reclutamento degli scrittori, per la maggior parte blogger, che poi non dobbiamo aver paura di chiamare scrittori.

La prima che abbiamo capito è che su Facebook han fatto bene a chiamarla bacheca: ci passano tutti davanti senza leggere niente. Ogni appello su Facebook alla scrittura era un appello a vuoto; sarà perché è gente che conosci di faccia, sarà che non gliene frega niente, ma su Facebook abbiamo raccolto poco. Poi si è rivelato utile per la promozione dell'ebook finito e tutto il resto, però bisognerebbe fare un altro discorso e non c'è tempo.

La seconda cosa che abbiamo capito è che Twitter è un'apparecchiatura simplex, cioè monodirezionale, con alcuni momenti fastidiosissimi di half-duplex, cioè come i walkie talkie, e che anche lì, se vuoi procacciarti degli scrittori, stai fresco. Anche twitter è utile per la promozione, ma non per la conversazione e per la progettazione. Ma non c'è tempo per parlare del dopo, qui stiam parlando del prima, di come si fa un ebook.

Un'altra cosa che abbiamo capito è che se vuoi fare un ebook collettivo dovresti avere un blog; non dico che sia indispensabile averlo, ma aiuta. Perché, dicano quello che vogliono, i blog vengono ancora letti da un bel po' di gente.

E così vale anche per il Tumblr, che è un modo abbastanza rapido per condividere degli annunci, degli strilli, dei richiami, eccetera, e che alla fin dei conti è una versione ridotta e velocissima della blogsfera.

E poi c'è FriendFeed. La maggior parte degli autori di Schegge di Liberazione e a Cronache di una sorte annunciata son gente di FriendFeed, perché sul FriendFeed italiano c'è la blogsfera – ma forse lo sapete già – e gli appelli su FriendFeed diventano conversazioni, discussioni e condivisioni e, insomma, per farla breve, se volete fare un ebook collettivo iscrivetevi a FriendFeed, anche se vi farà perdere del tempo... ma alla fine cosa facciamo, poi, tutta la giornata?

Insomma, per fare gli ebook collettivi con la blogsfera servono un blog – non necessariamente, ripeto, ma è meglio averlo, anche solo per accaparrarsi un po' di credibilità – e soprattutto FriendFeed. Davvero, funziona. Almeno in Italia, dalle altre parti non lo so. Forse in Turchia.

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Non ho altro da aggiungere sulla questione. Se volete, potete andare su Barabba e scaricare Schegge di Liberazione e Cronache di una sorte annunciata, che nel frattempo son diventati anche dei blog autonomi, si chiamano Schegge di Librazione e Cronache di una sorte annunciata. Se cercate su Google, trovate tutto.

Poi, sempre se ne avete voglia, potete venirci a vedere quando li leggiamo in pubblico e, se ve la sentite, potete venire a leggere anche voi, potete dircelo all'ultimo minuto, tanto noi siam lì, è tutto gratis.

Se faremo degli altri ebook non esiteremo a comunicarvelo, proprio come abbiamo già fatto e come ho spiegato nel corso del mio intervento, se non vi siete addormentati o non siete andati fuori a bere una birra.

Se farete degli ebook voi, invece, e se queste cose che ho detto vi sono state d'aiuto, ditecelo che ci fa piacere.

***

Vorrei concludere il mio intervento citando la regola squonkiana, che è la regola fondamentale per ogni collezionista di pezzi per ebook, la regola che è stata la capostipite di tutto quanto abbiamo fatto fino ad ora; la prima volta l'abbiamo seguita in modo inconsapevole, la seconda volta – avendo noi ricevuto la benedizione del maestro, quello del Post Sotto l'Albero, quello che ha iniziato tutto, anni fa, perché non ci siamo inventati niente, noi che siamo venuti dopo – la seconda volta, dicevo l'abbiamo abbiamo seguito la regola squonkiana alla lettera. E non si scappa: se vuoi fare un ebook collettivo con la blogsfera, attraverso i socialcosi, FriendFeed in particolare, e vuoi farlo bene, i passi da seguire sono tutti elencati nella regola squonkiana.

La regola squonkiana dice così:
  1. Partire con annunci casuali quattro mesi prima della data prefissata per la pubblicazione.
  2. Una breve campagna teaser nel mese precedente l'inizio delle operazioni.
  3. Invito a sorpresa in un qualsiasi giorno di [due mesi precedenti la pubblicazione], poco prima dell'ora di pranzo.
  4. Crescendo rossiniano;
  5. Creazione di un tormentone.
  6. Hop hop hop.
  7. Minuetto.
  8. Happy end.
***

Grazie a tutti. Ho finito.

7 commenti:

  1. grande, sarò ripetitivo (per tua fortuna) ma è stato senza dubbio uno dei migliori interventi - se non IL migliore - di tutta la BlogFest

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  2. sarò ripetivivo anch'io (per fortuna) e continuo a dire che siete matti. :)

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  3. Fortissimo! Sono ufficialmente una tua fan, riguardati qui :) http://yoc.to/15K

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  4. Ciao, mi occupo di storia del libro e di biblioteche. Spero non ti dispiaccia se linko questo bel post su un blogghino altamente tecnovillano, piccolo piccolo e sconosciuto (e spesso off topic rispetto ai libri...). Grazie, P.

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  5. ma si figuri. Faccia pure.

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  6. La ringrazio e le auguro buon lavoro.

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  7. Grazie, non avevo visto di essere pure nel blogroll ;-) con tutto che ho traslocato dal blog precedente e tanti mi hanno perso per strada.

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