venerdì 1 febbraio 2013

Siamo una società orribile (7)

Il traffico astioso delle auto la domenica comincia nel primo pomeriggio, perché vanno sempre in branco alla partita. Gli altri giorni sono pericolosi, e chi ha un bambino fa bene a mettergli in testa la paura del traffico, e dirgli attento nini, la macchina ti schiaccia, dai la mano a mamma. Come se fossero lupi, le automobili.
Ma anche i grandi debbono stare attenti, se sono pedoni senza la mutua, perché se finisci sotto sei fregato. Se finisci sotto fuori delle strisce, loro non hanno da pagarti una lira, anzi sei tu che gli paghi il danno eventuale, il vetro del finestrino rotto, lo sporco del sangue sui sedili, un'ammaccatura al cofano, l'incomodo, il tempo perso, perché loro hanno sì l'obbligo di non omettere il soccorso, ma poi te lo fanno scontare, tanta benzina dal punto del sinistro all'ospedale, tanto dall'ospedale al posto dove avevano la commissione, un appuntamento mancato, un affare andato a monte per colpa tua. Loro hanno gli avvocatoni, e tu sei solo. La paghi anche se finisci sotto al passaggio zebrato, perché nell'urto è quasi sicuro che tu vai a cadere più in là delle strisce, e loro possono sempre dire, e dimostrare con gli avvocatoni delle assicurazioni, che è stato fuori, l'investimento. Conviene traversare sulle strisce, ma tenendoti al margine più vicino alla parte da dove arriva il traffico, così sei un poco più sicuro di cadere nel passaggio, e i danni te li pagano, anche se penalmente non gli costa più di un quattro mesi con la condizionale.
E al bimbo, se ce l'hai, mettigli bene in testa la favola del lupo-automobile, anche a costo di far diventare lupo lui, che desideri la macchina per schiacciare gli altri, da grande.
Ci sono due passaggi zebrati, dalla porta di casa mia all'edicola dei giornali, e finora ce l'ho fatta senza danno, solo qualche insulto dai guidatori costretti a rallentare, specialmente quelli civili, quelli consapevoli del proprio dovere, che si bloccano davanti alle strisce e con la manina rabbiosa ti fanno segno di passare, e intanto borbottano 'sto pirla.

(Luciano Bianciardi, La vita agra; Bompiani, 2002)
Vorrei che non vi sentiste creditori di un pedone, di un suo cenno con la mano, la testa un po' piegata, un mezzo sorriso sforzato interrotto da una corsetta veloce, se vi fermate per farlo passare. Maledetto quel popolo che deve ringraziare, quando attraversa la strada.

1 commento:

  1. Anonimo3:55 PM

    Maledetto quel popolo che deve ringraziare, quando attraversa la strada.

    sante parole.

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