venerdì 14 settembre 2012

In Russia c'è da morir dal ridere (3)

Mi sembra di aver letto da qualche parte che, come gli esquimesi han tante parole per dire “bianco” o “neve”, e gli aborigeni per dire “verde”, e gli italiani per nominare il nome di Dio invano, ecco, i russi devono avere una trentina di termini per dire “ubriaco”. Sarà per quello, penso, che uomini anziani, anziani per davvero, in Russia non ne abbiamo mica incontrati.

Le donne, invece, le donne anziane, anche anziane per davvero, ce ne sono dappertutto. Babushke, le chiamano. Vuol dire “donna anziana”, babushka, una parola che nei romanzi in italiano, spesso, traducono con “nonnina”. Spuntan fuori da tutte le parti, le babushke, e l'idea che ci siam fatti là è che le donne sopra i cinquant’anni siano tutte impiegate dello Stato. In ogni sala di ogni museo, in ogni stanza degli appartamenti dei vecchi scrittori, in ogni ufficio pubblico, c’è almeno una babushka seduta sulla sua seggiolina che controlla che tutti si comportino come si devono comportare; stan sedute lì, serie, con le loro parole crociate – che le parole crociate, in cirillico, sembran delle opere d’arte, proprio belle da vedere – o a sferruzzare qualche vestito per l’inverno, qualche sciarpa, un paio di calzini di lana, cose così. E sotto ogni scala mobile di ogni fermata della metropolitana – a San Pietroburgo, che i treni devono passare sotto la Neva, ci son delle scale mobili che non vedi mica il fondo – c’è una gabbietta di vetro con dentro una babushka che controlla da capo a piedi, senza disturbare, senza essere invadente, tutti quelli che scendono. E sulle vie principali, c’è pieno di baracchini dove vendono da mangiare, come in tutte le città, ma in Russia chi ti vende da mangiare nei baracchini sulle vie principali sono le babushke, che ti fanno gli hot-dog, i gelati, i blini, che son tipo crespelle ma diverse, le kroska kartoshka, che son delle patate ripiene di salse molto pesanti e molto buone. E a lato di ogni cantiere, per la strada, dove gli uomini giovani o di mezza età lavorano arrampicati sulle impalcature, ci son sempre due o tre babushke con la pettorina arancione catarifrangente a far da cordone umano e a dirti di passare a una certa distanza, per la tua sicurezza.

Non sanno una parola d’inglese, le babushke, ché son nate in un periodo sovietico che l’inglese a scuola non si studiava, e anche se hanno a che fare con migliaia di turisti tutti i giorni, tutte le ore, dal lunedì alla domenica, se c’è una cosa che ti voglion far capire, non so come mai, forse ti parlano direttamente al cuore, non lo so, ma le capisci subito, senza difficoltà; allora le ringrazi e loro ti sorridono sempre, con quel sorriso che san fare solo le signore anziane, grate a loro volta, non solo perché le hai trattate bene, ma perché sono contente di quello che fanno, del quadro che son lì a controllare, della stanza dello scrittore morto che son lì a preservare, dell'impalcatura che son lì a presidiare.

E sembra strano, camminando per la strada, ché non capisci come facciano le giovani russe quasi tutte alte, slanciate, sui tacchi vertiginosi, con delle forme da farti girar la testa, alcune bellissime, altre meno, ma in media sono molto belle, e sembra strano davvero, ma non capisci proprio come facciano queste giovani russe alte, slanciate e belle, sui tacchi a spillo, a diventar poi tutte delle piccole babushke quadrate. Sarà forse questo il segreto della matrioska. E comunque, quando le guardi, le giovani russe, forse è solo un’impressione mia, non lo so, ma hanno delle facce che o sono incazzate e punk come le Pussy Riot, oppure sembra che non sappiano mica dove andare a sbattere la testa.

Poi guardi le babushke, le signore anziane, le nonnine, con quel portamento, quella sicurezza, quei gesti decisi che non c’è dubbio, quando le guardi, lo capisci subito, ce l’hanno scritto nello sguardo che son loro, e nessun altro, da quelle parti là, a portare il peso della Russia sulle spalle.

8 commenti:

  1. La Russia è sempre là... nella lista dei viaggi da fare...

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  2. Anonimo11:30 AM

    Molto bello, il tuo pezzo!
    Ci ho visto dentro la San Pietroburgo che ho visto io. Tutta tranne il fondo delle scale mobili, ovviamente, che quelle mica si vedono. Grazie!

    Samuel

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  3. Molto bello. A me piacciono le babushke.

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  4. Anonimo3:38 PM

    Le Babushke e la misteriosa metamorfosi delle giovani rampanti in tacco a spillo in adorabili nonnine 1.50 per idem sono la quintessenza dell'animo russo. E dio se mi mancano (anche in Ucraina, regnano incontrastate). (e da non dimenticare: anche se sono soltanto le custodi del guardaroba del museo di Pushkin, o della casa di Bulgakov, conoscono a memoria una fetta consistente della produzione letteraria dell'artista in questione. E te la recitano a memoria, con occhi sognanti. Sono meravigliose)

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  5. meglio trasformarsi in babushke che in orribili super obese come negli USA.

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