martedì 5 ottobre 2010

Natio borgo selvaggio

Visto che il paesello dal quale provengo è saltato improvvisamente nelle prime pagine dei giornali e nei tiggì nazionali, e addirittura oggi pomeriggio un gruppetto di inviati da Pomeriggio Italia si è insediato nella piazza, che è un parcheggio, cercando un po' di pubblico per la trasmissione e ricevendo in risposta un po' da tutti Ci abbiamo da andare a lavorare, scrivo di seguito alcune informazioni poco conosciute sul comune da cui provengo:

Uno. Si chiama così perché, mi han sempre detto fin dalle elementari, un giorno è passato Attila coi suoi Unni, che erano tanti, e ha deciso, così dal nulla, per un colpo di testa o per la noia, vai a saperlo, di lasciare in piedi solo nove case e in vita solo nove persone, non ci è dato sapere se uomini o donne.

Due. Lì è stata inventata la scala a scomparsa, quella che vien giù dal soffitto e porta, spesso, nelle mansarde, specie nelle mansarde dei film dell'orrore o dei thriller che vanno di moda in questi anni.

Tre. C'è una lapide alla memoria di Francisco Ferrer y Guardia, il Montessori dell'anarchismo, sulla facciata del comune, anche se nessuno sa bene il perché. Di fianco c'è una lapide alla memoria di Giuseppe Verdi che, per quanto ne sappiamo, non è mai passato da quelle parti. Si vede che gli stavano simpatici.

Quattro. C'è una via maledetta dove muoiono tutti, compresa la donna che è stata ammazzata di botte dal marito in questi giorni, e dove da quando son piccolo ho sentito, nell'ordine: di una donna buttarsi dalla finestra per lo stress di aver cresciuto da sola due figli disabili e gemelli, anche se, non si è mai ben capito, forse sono stati loro, i gemelli, a buttarla giù; di un cinese impiccarsi al termosifone che, mi dicono, non è un modo così raro di ammazzarsi, anche se, secondo me, è difficile; di un accoltellamento, ma non ricordo altro; di un tizio che si è tirato una rivoltellata in testa; di un altro paio di morti ammazzati che adesso mi sfuggono. È un numero di morti abbastanza alto, dicono, statisticamente parlando, per una via sola in un paesello di meno di diecimila persone. Pare che sia partito tutto da quando uno, nel '45, in quei due o tre giorni di anarchia dopo la Liberazione, ha accoppato un banchiere piantandogli uno sprocco nella schiena. Quel tizio lì, quello che ha iniziato la maledizione nella via maledetta, l'uccisore, mi han detto ieri, era un mio parente.

Cinque. Sprocco vuol dire uncino.

5 commenti:

  1. sarà il caso di salvare le persone care, mi chiedo.

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  2. non so, io sono emigrato. E ci son già stati due omicidi anche qui a Carpi, da quando sono arrivato, cinque anni fa.

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  3. Sonqua Bene Cistò8:27 PM

    ma... la pro loco ce le ha tutte queste informazioni... perchè secondo me ci escono almeno cinque serate a tema... e giù che si rilancia anche Novi...

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  4. Anonimo7:54 PM

    La lapide per Ferrer c' è perchè quando fu assasinato ci furono dei moti con tanto di occupazione non simbolica del comune. Non ricordo bene perchè la lapide cita solo Ferrer e non i moti, ma l' episodio è citato ne la Storia del Sindacato a Modena, uscito nel 2002 per Ediesse
    Amarezz

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    1. Purtroppo quella lapide è venuta giù col terremoto del 2012.

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