(Quella che segue è una recensione, duemila battute, doveva uscire sul Mucchio di Luglio/Agosto e invece niente. Poi mi han detto che sarebbe uscita sul Mucchio di Settembre e invece niente. Allora la metto qui, anche se, in fondo, son cose che sapete già. Faccio come il Manzoni, dunque, e vi dico: saltate pure a piè pari codesto post, ch'è noioso, didascalico e inutile ai fini della trama.)
a cura di Stefano Andreoli e Alessandro Bonino
SPINOZA
Alberti, pp. 240, euro 12
La storia di Spinoza viene da lontano: da un blog di Alessandro Bonino creato per affrontare con ironia argomenti di attualità che non potevano essere sviscerati nel suo blog personale. Poi Bonino viene raggiunto da Stefano Andreoli e Spinoza diventa un blog serissimo e abbastanza seguito, ma qualcosa manca. Così, i due coinvolgono altra gente e allestiscono un laboratorio di satira permanente, un forum che si allarga sempre più, nuovi utenti ogni giorno e battute macinate con voracità in costante ascesa. Le migliori vengono pubblicate con cadenza irregolare, poi rebloggate – come si dice in gergo – e commentate un po' dappertutto. Eccolo lì: il successo. Spinoza fa incetta di premi agli ambitissimi Macchianera Blog Awards del 2009: miglior blog, migliore community, miglior blog collettivo e secondo blog rivelazione dell'anno. Gli avversari sono temibili, gente del calibro di Marco Travaglio, Beppe Grillo e Alessandro Gilioli, ma alla fine sono sconfitti e di una buona misura. Poi fioccano gli inviti sui giornali – ricordiamo la copertina del primo numero del Fatto Quotidiano – e alla tv, dove Stefano Andreoli incendia le folle telespettatrici di La7 facendo incazzare alla grande un Belpietro impreparato alla satira che viene dal basso. La metà del 2010 è l'ultima tappa, fin qui, della spinoziade: un libro, anzi, un libro serissimo. Una raccolta di battute, molte delle quali mai pubblicate sul blog, selezionate con arguzia diabolica, gelosamente custodite nel silenzio per mesi, sistemate cronologicamente una dopo l'altra per raccontare il passato prossimo. Spinoza, il libro, è un bignamino umoristico di storia patria e non. Lo si può leggere come un libro di storia o come un romanzo, funziona. Lo si può anche leggere come l'I-Ching, aprirlo a caso ogni tanto durante la giornata. Esempio: “Dell'Utri: «fango su di me». Volentieri.” Appena smettiamo di ridere possiamo rifarlo. Esempio: “Braccio di ferro tra Fini e Berlusconi. Ed è il più credibile dei tre.” E così via.
(Ovviamente, come per il Manzoni, il risultato ottenuto è la lettura integrale. Che diavolo, quel milanese.)
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