Mio padre, lo ricordo benissimo, dava grande importanza alla seduta mattutina in gabinetto, diceva che in quei minuti bisognava non pensare ad altro, concentrarsi bene, farla tutta, e non capiva perché noialtri ragazzi avessimo sempre bisogno di portarci dietro il giornalino.Per me è vero il contrario, però rispetto le idee e il ricordo di mio padre, alto e magro, con il suo pigiama rosa-grigio, quando entrava ciabattando al gabinetto, e ad andarci dopo di lui sentivi un odore forte e virile, commisto di tabacco, un odore di babbo, che ti accoglieva come un'ombra, come una nuvola protettrice. Io invidiavo a mio padre quest'odore, perché capivo appunto che soltanto un uomo fatto, con moglie e figlioli, può odorare così.E perciò ora dovrei essere contento, anche orgoglioso, quando m'avvedo dell'odore forte, commisto di tabacco, d'essere diventato io un uomo fatto, un babbo con moglie e figlioli. Invece no. Invece anzi mi sgomento, perché la mia non è un'ombra, una nuvola grande e protettrice. No, io del babbo ho soltanto questo, il puzzo.(Luciano Bianciardi, La vita agra - Bompiani 2002, pagg. 176-177)
Vorrei che non vi sentiste in dovere di usare lo sciacquone a metà strada, in cessi pubblici, nei bar, in azienda o quando avete ospiti in casa, perché volete che nessuno dei vostri rumori e dei vostri odori arrivino al prossimo, lì, sulla porta o poco distante. Maledetto quel popolo che spreca dieci litri d'acqua in più, ogni volta, sulla tazza, vergognandosi di un 'plof'.
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