Nelle giornate del cinque e del sei, tutta la gran conca mineraria è in potere agli insorti. Le caserme dei Carabinieri, della Guardia Civile e della Guardia d'Assalto sono attaccate e prese. L'offensiva è stata dunque condotta in modo mirabile. Vengono subito, ion ogni centro, costituiti i comitati rivoluzionari e ha innizio il reclutamento dei volontari. Contro le forze del governo sta di fronte una massa a superiorità schiacciante, libera di agire e di manovrare.
Oviedo, città di ottantamila abitanti, non si muove. Il proletariato si limita a proclamare lo sciopero nazionale. La guarnigione, profittando dell'inerzia del proletariato, si organizza con tutta calma alla difesa e si barrica nei principali edifici: fabbrica di armi, caserma di fanteria, cattedrale, Monte di Pietà, Governatorato, caserma di Campoamor. fra fanteria, Carabinieri, Guardie Civili e Guardie d'Assalto, le truppe non sono superiori a 1500 uomini. Il loro morale è scosso dal trionfo dell'insurrezione. Lo si vedrà dai primi scontri di pattuglia e dalla difesa del municipio.
Il Comitato regionale fa scendere a Oviedo cinquemila minatori. Il proletariato della città si unisce a loro.
Gli insorti non dispongono che di un migliaio di fucili, tolti dalle caserme occupate e da alcuni propri depositi clandestini. In compenso, sono abbondantemente muniti di cartucce di gelatina che sanno impiegare con maestria sovrana. Con la gelatina sono stati attaccati e presi il municipio, difeso dalle Guardie d'Assalto di Mieres, principale centro dell'insurrezione; la caserma della Guardia Civile di Turòn, la caserma dei Carabinieri di Mongaia e la fabbrica di Trubia.
Nella fabbrica d'armi di Oviedo vi sono 24.000 fucili e un centinaio di mitragliatrici. Essa è difesa da 150 soldati.
Le munizioni, in quantità ingente, sono custodite nella caserma di fanteria, ove, per ordine del governo, erano state trasportate da alcuni giorni. La caserma è difesa dal grosso della guarnigione: 800 uomini. Gli insorti conoscono tutti questi dati.
Che fanno gli insorti?
Essi stanno sulla difensiva. presi a fucilate dagli edifici ove è barricata la truppa, si arrestano. Si accontentano della presa del municipio, conquistato dopo una breve scaramuccia, ché i difensori ripiegano frettolosamente nella vicina caserma di Campoamor. E attendono, inattivi.
Eppure l'azione offensiva appare così chiara! Impadronirsi della fabbrica d'armi, successivamente attaccare la caserma di fanteria e procurarsi le munizioni, investire in seguito gli altri reparti barricati, e, padroni della città, armare e inquadrare da trentamila a quarantamila minatori, operia e contadini, e ampliare il teatro dell'insurrezione.
(E. Lussu, Teoria dell'Insurrezione, Gwynplaine edizioni, pp. 189-191)
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