lunedì 13 settembre 2010

Primo giorno di scuola e manici di scopa

Il primo giorno di scuola in quarta elementare, me lo ricordo bene, mi son seduto al banco e ho cominciato a chiacchierare con Gabriele, lì di fianco, e c’era questa discussione infinita su chi dovesse fare Michelangelo e chi Donatello – stiam parlando delle Tartarughe Ninja, per capirci.

Io ero stato Michelangelo tutta l’estate, e mi ero fabbricato un paio di nunchaku con due pezzetti di legno, una corda e dei chiodini. Li usavo spesso al pomeriggio, quasi tutti i giorni, al parco con Gabriele, che invece era Donatello e aveva un bastone bō abbastanza brutto fatto col manico di una scopa svitato dalla scopa. Me li aveva invidiati tutta l’estate, i miei nunchaku, tanto erano belli.

Quel primo giorno di scuola in quarta elementare, però, me lo ricordo bene, la questione era che la Marcella, la biondina più carina della classe, che aveva il banco davanti al nostro, a un certo punto si era girata e ci aveva detto Vengo anch’io a giocare con voi, oggi pomeriggio, faccio April. A noi questa cosa ci mandava in tilt: April, ci risultava, nel cartone stava con Donatello e Donatello era Gabrilele, e a Gabriele piaceva la Marcella, e anche a me piaceva la Marcella, però io ero Michelangelo. Un bel casino.

Siamo rimasti seduti al banco a contrattare anche per la ricreazione, stavamo addirittura rischiando una nota, così, appena tornati dalle vacanze. Mi toccava usare l’unica moneta di scambio che avevo per diventare Donatello, che nel cartone non era simpatico come Michelangelo, e all’inizio avevo pure fatto il diavolo per essere Michelangelo, perché tutti volevano essere Michelangelo, all’inizio, e invece l’avevo spuntata io. Ma adesso era diverso, adesso bisognava fare Donatello per stare con April, la Marcella, solo che Donatello era Gabriele. E insomma, sul piatto ho messo i miei nunchaku.

Quel primo giorno di scuola in quarta elementare, mi ricordo bene, a un certo punto ho messo la mano sul grembiulino di Gabriele e gli ho detto Dammi pure il tuo manico di scopa. È un bastone bō, mi ha risposto lui. È un manico di scopa, gli ho detto, ti do i miei nunchaku e faccio Donatello, tu fai Michelangelo, io sto con la Marcella e tu ti tieni i miei bellissimi nunchaku, te li regalo: o così o niente. Ok, ha risposto Gabriele.

Così al pomeriggio abbiamo fatto lo scambio, e mi piangeva il cuore, ma in fondo ero contento perché diventavo Donatello e stavo con April.

Solo che al parco, dopo il primo giorno di scuola in quarta elementare, ahimè, mi ricordo bene, April, la Marcella, non è mica mai venuta. Abbiamo aspettato un bel po’, ma niente. Eravamo lì, io e Gabriele, lui a fare Michelangelo coi suoi nunchaku fichissimi, io Donatello, imbronciato, appoggiato a un manico di scopa che mi faceva anche un po’ schifo. Lui roteava quei meravigliosi bastoncini collegati dalla cordicella fissata sui chiodini e saltellava, e io, secondo me, se non ricordo male, l’ho mandato a cagare.

Quella sera decisi di smettere di giocarci e pure di guardarlo, il cartone, per la rabbia e per il nervoso e la delusione e i nunchaku e l’amore perduto. Metti che poi April si fidanza con Michelangelo, ho pensato, metti che molla lì Donatello e sposa Michelangelo, non ci voglio neanche pensare, pensavo.

Il secondo giorno di scuola in quarta elementare, mi ricordo bene, dopo la ricreazione vedo che sotto il banco, nello scomparto di lamiera che noi chiamavamo “sottobanco”, ci sono i miei nunchaku. Mi giro verso Gabriele e lo vedo che mi sorride con uno di quei sorrisi dell’amicizia che non so spiegare, ma ci siamo capiti. Sotto i nunchaku c’era un bigliettino. Quando l’ho aperto mi veniva quasi da piangere, ma non potevo, perché ero un maschietto e c’erano delle regole da rispettare. C’era scritto: Cowabunga!

Ti riporto il tuo bastone bō, ho detto subito a Gabriele.
No, dai, mi ha risposto, è un manico di scopa. Ne faccio un altro.

4 commenti:

  1. ma dai, che ricordi .. mi sono quasi commossa. ENR

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  2. bellissimo davvero. ma donatello e michelangelo sono ancora amici? ;-) e la marcella, ci è poi mai venuta dopo al parco?

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  3. Donatello e Michelangelo si son persi di vista quando è subentrata l'età adulta e han dovuto posare le armi e metter su famiglia. La Marcella, però, al parco, non c'è mai venuta.

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  4. le femmine sono sceme e ti si vuol bene.

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