Dopo, parlando un po' coi miei genitori, a tavola, ho scoperto che il meccanico delle biciclette, che ha la bottega squarciata nella zona rossa, ha riallestito il negozio nel suo garage e adesso lavora lì tutti i giorni. Anche il mio barbiere, che è il figlio di una delle ragazze del Coro delle Mondine e che dopo decine di anni di lavoro a Rolo era appena riuscito ad aprire la bottega in centro a Novi, il suo paese, adesso taglia i capelli regolarmente al primo piano di casa sua, appena fuori dalla zona rossa, se si può pensare di esser fuori da una zona rossa, a Novi.
E allora, forse senza nessun nesso logico, mi è venuto da pensare che non è tanto questione di emilianità (che non esiste, l'emilianità, come spiega bene Leonardo nel suo libro La scossa, che è un libro molto bello e secondo me dovreste leggerlo, oltre al fatto che in fondo c'è il mio nome e io faccio la coda di pavone) o di tener botta (che è un'espressione che non vuol dir niente e, francamente, ha un po' rotto i maroni), ma invece, forse, è come dice Paolo Nori in un discorso bellissimo intitolato Noi e i governi:
[...] c’è un mio amico, per esempio che è uno storico della città di Pietroburgo e gli avevano impedito di fare il suo lavoro perché era un antisovietico, seguito dalla polizia segreta, e è stato costretto a lavorare in fabbrica e ha continuato a studiare per conto suo, di notte, e andava in biblioteca al sabato e alla domenica, e lui per tutta la vita, se la libertà fosse un muscolo, che si rafforza con l’esercizio, che un po’ forse è così, no?, come tutte le altre cose, be’, se fosse un muscolo, o un fascio di muscoli, come i muscoli addominali, che lì non si scappa, si sente al tatto, o ce li hai o non ce li hai, non te li danno gli altri, te li fai su te, con la pratica, be’, è come se lui, quel mio amico lì, che si chiama Al’bin, la sua libertà l’avesse esercitata tutti i giorni per quarant’anni e l’Unione Sovietica è stata la palestra ideale, per lui, e andava in giro per l’Unione Sovietica con il suo ventre piatto da pugilatore e guardarlo andare era un piacere.Ecco, adesso non lo so come andrà a finire, che da queste parti c'è ancora un bel po' di disperazione, altro che l'emiliano di qua e l'emiliano di là. Ma, se non altro, le cose come i terremoti fan venire i muscoli, mi viene da dire, ché qui, dove c'era la bassa modenese, adesso è tutta palestra.
Prima di tutto tanti, ma tanti auguri ai tuoi nonni. L'Ada ha imparato a cavarsela o fa ancora cadere tutto ;-)?
RispondiEliminaPoi auguri ai vostri addominali. Infine, vorrei anche io le biblioteche aperte la domenica, dato che per ragioni diverse la mia vita somiglia un po' a quella dello storico di Pietroburgo.