È risaputo che parlare distrattamente può costare la vita, ma non sempre si valuta a fondo la vasta entità del problema. Per esempio, nel momento stesso in cui Arthur disse “Quanto al mio modo di vivere, sembra che non sia precisamente molto brillante” si aprì curiosamente un piccolo foro nella struttura dello spaziotempo, un foro attraverso il quale quelle parole furono trasportate indietro, molto indietro nel tempo, e lontano, molto lontano nello spazio, fino a una remota Galassia dove esseri strani e bellicosi erano sull’orlo di una spaventosa guerra interstellare. I due leader avversari si fronteggiavano per l’ultima volta al tavolo delle conferenze. Un orribile silenzio si diffuse intorno quando il comandante dei Vl’hurg, tutto splendente nei suoi calzoncini da battaglia neri tempestati di gemme, fissò il comandante dei G’Gugvuntt, che gli stava davanti vestito di una nube di vapore verde dall’odore dolciastro, e, forte del suo milione di incrociatori stellari pronto a seminare la morte elettrica a un suo minimo comando, lo sfidò a ritirare quello che aveva detto su sua madre. Il comandante dei G’Gugvuntt si dimenò nel suo vapore nauseabondo, e proprio in quel momento le parole “quanto al mio modo di vivere, sembra che non sia precisamente molto brillante” si riversarono sul tavolo della conferenza. Purtroppo, nella lingua dei Vl’Hurg questo era il più abominevole insulto che si potesse concepire, e non restò altra alternativa che dare inizio a una terribile guerra (che durò secoli e secoli). Alla fine, però, dopo che nel giro di alcune migliaia di anni la loro Galassia fu decimata, i due popoli capirono che tutto era nato da un terribile qui pro quo, e unirono le loro flotte per sferrare un attacco congiunto alla nostra Galassia, ormai riconosciuta quale responsabile dell’intollerabile insulto. Per migliaia di anni ancora, le loro possenti navi attraversarono i vuoti deserti dello spazio, finché finalmente non approdarono sul primo pianeta in cui si imbatterono, che per caso era la Terra. E lì, a causa di un terribile errore di calcolo nella scala delle grandezze, l’intera flotta spaziale fu inghiottita da un cagnolino. Quelli che studiano la complessa interazione di cause ed effetti nella storia dell’Universo dicono che questo genere di cose succede continuamente, ma che noi siamo impossibilitati a impedirlo. — Così è la vita — dicono.Nella settimana che comincia oggi e finisce giovedì prossimo, invece di formulare pensieri a vanvera per poi pronunciarli distrattamente e rischiare così di attentare alla vita di qualche civiltà aliena sconosciuta ai più, potreste impiegare il vostro tempo per partecipare a L'ennesimo libro della fantascienza. Avete, appunto, 7 giorni di tempo, e precisamente fino alle 23:59 di giovedì 6 settembre 2012 (data stellare -310316.93992233363), per mandarci un racconto, un saggio, un ragionamento, una foto, una poesia, un disegno o quello che vi pare all'indirizzo marcomncrd [chiocciola] gmail [punto].
(Douglas Adams, Guida galattica per gli autostoppisti)
Non possiamo ancora sapere quali sono gli effetti del fantasy sul tessuto spazio-temporale, perciò, per non rischiare, abbiamo imposto un'unica semplice regola, che dovete rispettare senza porvi troppe domande. Questa semplice regola è: NO FANTASY.
Pensate al futuro.
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