lunedì 27 agosto 2012

Ecco... io... cioè... grazie

Il problema dei concorsi letterari è che ci sono tempi di attesa lunghissimi.
Una volta ho partecipato, ero piccola, avrò avuto 11 - 12 anni, non ricordo, a un concorso piccolo, per racconti brevi a tema libero - un altro problema che ho io è con il tema predefinito - e non vinsi, ma fui inclusa in una raccolta con la migliore selezione del premio. Non ricordo nemmeno quale fosse il premio, non era importante, non era conosciuto, ricordo solo la lettera che mi inviarono per dirmi che il mio racconto, dal titolo Abissi era stato incluso nella selezione dei migliori del premio.
Grazie, ho pensato.
E grazie, direte voi.

Ricordo che il postino arrivò a fine settembre, ma era ancora caldino; bussò una volta, io risposi al citofono.
Chi è?
Posta!
C'è qualcosa da firmare?, mia madre mi aveva insegnato a dire sempre così.
No, disse lui.
Mise le buste, tre o quattro, sotto la porta. Lentamente, scesi giù al portone, intravedendo il mio nome su una etichetta bianca e mi affrettai, feci le ultime tre scale in un sol passo.
Il mittente era strano, mi rigirai la busta tra le mani, era leggerissima, forse al massimo un foglio. Lasciai le altre buste sulle scale, con l'unghia aprii un piccolo lembo, poi infilai tutto l'indice e forzai l'apertura.

Lessi veloce, più veloce del solito, rilessi per sicurezza, mi sembrava meraviglioso; gli occhi mi si stavano aprendo a ogni parola, a ogni virgola e senza dire niente, con un sorriso enorme sulla bocca, andai via da casa e presi la strada per la casa della nonna, dove stava mia madre a prendere il caffè. Bussai fortissimo, gridai alla nonna di aprire veloce, la discesa che separa le nostre case fu cortissima e la feci di corsa, per strada, tra una bicicletta e una macchina, come se quel foglio rischiasse di scomparire, con ogni minuto che passava. Feci le scale a due e due, arrivai in cucina e iniziai a leggere quel che c'era scritto a gran voce. Non ricordo nemmeno cosa c'era scritto.

Mi sentivo di aver vinto qualcosa: forse il nome e cognome sull'opuscolo rilegato con una bruttissima copertina monocolore verde chiaro, o forse la possibilità di vincere spesso, da quel momento in avanti. Forse un trofeo da esibire, dicevo di voler far vedere il librino a tutti.
Invece quel che è successo è stato che l'ho guardato tantissimo, tra me e me, quel librino, l'ho talmente guardato a lungo che saprei disegnarne i caratteri stampati; finito di guardarlo - a quei tempi quando iniziavo una cosa la finivo sempre - lo misi nella libreria, accanto a Marcovaldo, e me ne dimenticai.

Un giorno lo prestai a una mia compagna di classe, non ricordo bene perché, che non me lo ridiede più indietro. Per fortuna che adesso c'è internet, così non presto più niente: grazie prof.

***

I ringraziamenti veri per il Premio Letterario @melamela vanno a questo blog su cui sto scrivendo e al concetto di "inesistente" che va dicendo in giro Barabba Edizioni, cui io, da un po' di tempo, sto dando un significato tutto rinnovato e quasi filosofico e sicuramente a quelle persone - tutti uomini, sono una ragazza fortunata - che mi hanno dato una mano in varia misura per Febbraio 29: Azael, che è il Santo protettore del 29 Febbraio, l'Editore, che è convinto delle mie capacità - beato lui! - Fabrizio Gabrielli, tostoini che ha fatto la copertina e Simone.

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