Sabato pomeriggio, uscendo dalla piscina, nell'ingresso ho salutato la signora alla biglietteria con un sonoro e spontaneo - "Auguri!" - al quale lei ha ricambiato con un sorridente - "Anche a te!" - e mentre spingevo il maniglione antipanico della porta a vetri ero già lì a dirmi in testa: ma vale anche per me?
Che senso ha fare gli auguri se non credi nelle festività che gli altri si prestano ad onorare?
Valgono lo stesso?
Valgono di meno? valgono di più?
Stavo quasi pensando di tornare indietro e dire alla signora - "Senta, si riprenda il suo Anche a te! di poco fa, non vale lo scambio col mio Auguri, sa, io sono un miscredente, uno che in queste cose crede poco o niente e i miei auguri sono roba da poco.
Insomma, noi già godiamo di due giorni di riposo garantito, di feste, gite, visite, pranzi, cene, brindisi e cordialità diffusa. Oltretutto senza lo stucchevole senso di buonismo appiccicaticcio del Natale, dove si vede che si sforzano di più.
A noi, a quelli come me, che non fanno niente per questi giorni, che non pregano per la risurrezione, che non credono nella trinità, che non donano niente e non tifano per nessun dio, due giorni così sono puro relax.
A noi, a quelli come me, tutto questo basta e avanza.
Figuratevi che l'altro giorno mi ero sinceramente e coscienziosamente rivolto al buddismo con la speranza di riparare grazie al samsara, nelle prossime vite, gli errori che ormai in 32 anni di vita so di aver fatto fino ad ora. Perché gli errori, non sempre, ma molto spesso, li devi scoprire da solo, e ci metti tempo a capire dove e quando, a volte. E quindi prima di riuscire a riparare a un errore, piuttosto che metterlo a posto a mesi o anni di distanza, ti vien da dire che aspetti un altro giro di ruota, il prossimo giro, se ci sarà.
E poi francamente non sapremmo esattamente che personaggi metterci per le feste.
Perché lavorare sempre, solo perché non si crede in niente, non ci pare carino.
Come quando a scuola non volevi fare educazione religiosa che aveva sempre il sottinteso di cattolica dopo educazione al posto di religiosa e allora ti affibbiavano più compiti di matematica o d'inglese, anche se ho letto gran bei libri in quelle ore lì. Le biblioteche delle scuole superiori, se le andate a ritrovare e se non sono state carbonizzate o messe all'asta dalla Gelmini, vi riserveranno sempre delle belle sorprese. Ricordo ancora i ritratti di Mazzini, Silvio Pellico, Gramsci, Walter Scott e Tolstoj in mezzo a file di manuali di chimica, ecologia e pedologia.
Dicevo: non sapremmo davvero mettere tutti d'accordo su chi festeggiare.
Personalmente metterei Sandro Pertini, Garibaldi, Galileo, Giordano Bruno, (basta con la G.), Dante, Marconi quello della radio, William Blake, gente così .
Ma so già che non andrebbe bene a tutti tutti tutti.
Quindi, in mancanza di meglio, vi lasciamo festeggiare uno che, stando a sentire un po' di gente che era presente all'epoca, sarebbe risorto duemila anni fa circa e ci scambiamo gli auguri.
Ripensandoci però gli auguri son belli.
A me, anche se te mi stai augurando una buona risurrezione e una rinnovata fede nell'aldilà, questa cosa che ti sto augurando una buona vita e un po' di felicità a te e ai tuoi cari, fa stare bene. E penso anche che una cosa così, come augurare una buona vita ad altri esseri viventi, umani e non, sia troppo bella per lasciarla a dei giorni segnati in rosso sul calendario e che ne farò uso più spesso.
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