Tutti sanno come egli venne appeso là, su quella croce, e conoscono quelli che stavano raccolti intorno a lui: Maria sua madre e Maria di Màgdala; Veronica e Simone da Cirene, che ha portato la croce, e Giuseppe di Arimatea, che poi lo ravvolse nel lenzuolo. Ma, un tratto più in giù, sul pendio, un po’ in disparte, stava un uomo, che guardava continuamente colui che era appeso lassù e moriva, e ne seguì l’agonia dal principio fino alla fine. Il suo nome era Barabba. [...]Click.
Era un uomo di circa trent’anni, di corporatura robusta, ma dal colorito terreo; aveva la barba rossiccia e i capelli neri. Le sopracciglia erano anche esse nere, e gli occhi molto infossati, come se lo sguardo avesse quasi voluto celarsi. Sotto un occhio aveva una cicatrice profonda che scompariva tra la barba. Ma l’aspetto esteriore di un uomo non significa molto.
(Pär Lagerkvist, Barabba; Gherardo Casini Editore, 1951; cap. I)
lunedì 18 luglio 2011
Cicatrici: esce domani
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