mercoledì 22 settembre 2010

Furbi

"Hai una scrittura paratattica - annotava Imbeni, alludendo alla tecnica letteraria che consiste nell'accostare le frasi senza una gerarchia -, effetto della tua totale sottovalutazione della consecutio temporum". E Cornia, effettuata fra i presenti una rapida indagine sulla conoscenza del termine "paratattico", non poteva che riconoscere quella che in fondo è una peculiarità, assolutamente non casuale, della propria scrittura erratica. Così come non poteva che assecondare un'altra osservazione di Imbeni: "Mi sembra - gli rinfacciava l'improvvisato conduttore - che la tua costante siano le digressioni. Un po' come in Gogol, solo che Gogol alla fine tornava a poma, mentre tu ti ci perdi". Il resto è stato lettura di pagine del romanzo, alla quale Imbeni spingeva Cornia, "per via - diceva - di quel suo curioso modo di leggere che fa sembrare che lui sia il primo a meravigliarsi delle cose che ha scritto". (*)

Quella sera, era il 2007, Ugo Cornia presentava Le pratiche del disgusto e tra il pubblico c'era quasi tutto il direttivo di Barabba, senza contare il vecchio malvissuto in qualità d'intervistatore a tener banco insieme allo scrittore. All'epoca volevamo fare una rivista, volevamo chiamarla, pensa te, Barabba. Dopo la presentazione, seduti a un tavolo in un baretto rumoroso della città, Ugo ci disse: Dai, stiam facendo una cosa che si chiama Accalappiacani, venite anche voi. Noi rifiutammo gentilmente dicendo che volevamo farcela da soli. Furbi.

1 commento:

  1. vuoi mettere la soddisfazione di farcela da soli...(in realtà temevamo - e forse ancora adesso - di non esserne degni, diciamola tutta)

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