mercoledì 14 marzo 2012

Accademia della Semola: met met

L'altro giorno, il 12 marzo, il buon Jack Kerouac, nato Jean-Louis Kerouac, avrebbe compiuto novant'anni. Quella dei compleanni post-mortem, in differita, è una pratica che, boh, non so come prenderla (e infatti ne scrivo adesso che son passati due giorni, che internettianamente parlando è un periodo incomprensibilmente lungo). Però mentre ci pensavo mi è venuto in mente che Sulla strada è stata forse la prima cosa che io abbia mai letto a voce alta, e ne ho letta gran parte della prima metà, un giorno di qualche anno fa mentre la mia bella signora era in cucina e dalle padelle veniva su un buon profumo di soffritto. Quel giorno lì, ho preso il libro dalla nostra libreria incassata nel muro del corridoio e ho cominciato a leggere:
La prima volta che incontrai Dean fu poco tempo dopo che io e mia moglie ci separammo. Avevo appena superato una seria malattia della quale non mi prenderò la briga di parlare, sennonché ebbe qualcosa a che fare con la triste e penosa rottura e con la sensazione da parte mia che tutto fosse morto.
Che poi, ho scoperto, in inglese sarebbe così:
I first met Dean not long after my wife and I split up. I had just gotten over a serious illness that I won’t bother to talk about, except that it had something to do with the miserably weary split-up and my feeling that everything was dead.
Molti sanno, lo sapevo anch'io, che nel manoscritto originale, che molti sanno, lo sapevo anch'io, era un rotolo, i nomi eran diversi, che Dean Moriarty è in realtà Neal Cassady, che Carl Marx è in realtà Allen Ginsberg, eccetera. Un anno e mezzo fa, circa, a quelli della Mondadori è venuta voglia di pubblicarlo, il rotolo originale. L'ha comprato il mio amico simone rossi, e mi ha subito scritto una mail dicendomi: Many, oh, ma ti pare? C'è un refuso all'inizio:
Quando conobbi conobbi Neal mio padre era morto da poco... Ero appena guarito da una malattia grave della quale mi limiterò a dire che aveva certamente qualcosa a che fare con la morte di mio padre e la mia atroce sensazione che tutto fosse morto.
E a parte che è un incipit molto più figo del precedente, cioè di quello che è venuto dopo ed è stato pubblicato prima, ma vabbè, insomma, a parte quello, ho pensato Porca vacca che coglioni che ci sono in Mondadori.

Poi, boh, me ne son dimenticato fino all'estate scorsa, quando alla Shakespeare & Co. di Parigi ho comprato On The Road - The Original Scroll. Appena pagato, mi son seduto in un bar lì fuori e ho iniziato a sfogliare. Oh, faceva così:
I first met met Neal not long after my father died... I had just gotten over a serious illness that I won’t bother to talk about except that it had something to do with my father's death and my feeling that everything was dead.
Ma pensa, mi son detto, allora quelli di Mondadori avevano ragione. C'è un refuso. E ci son rimasto male. Malissimo.

Con uno slancio mentale un po' negazionista, non sono mai andato a cercare degli studi sulla questione, e non lo farò certo adesso, non mi interessa. L'unica cosa che ho letto sulla prosa di Kerouac e che accetto come valida è quel pezzettino bellissimo scritto da Luciano Bianciardi per un numero di ABC del 16 ottobre 1966 e che si intitola Whisky e prosa, adesso si trova su Chiese Escatollo e nessuno raddoppiò - Diario in pubblico 1952-1971, ma anche su google libri.

Ecco, non lo voglio sapere se è un refuso. Non me ne frega niente. Mi son fatto l'idea che sia invece un balbettìo. O ancor meglio: un raddoppio di sax, di tromba, di batteria, una cosa un po' bebop. met-met. Secondo me è bellissimo. Due colpetti di sax. met-met. E va bene bene così.

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L'Accademia della Semola è una nuova rubrica, oggi alla seconda puntata, dove si può parlare a vanvera delle parole. Se volete, come sempre, potete mandarci dei contributi. Poi noi li pubblichiamo. Come sempre. met-met.

1 commento:

  1. (sia messo agli atti per conservare la mia immagine da gentiluomo straccione che il libro me lo regalò la marinelli, che qua dentro si fa chiamare osvaldo)

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