Fra quelli così brutti che gridano vendetta una menzione speciale la merita Vulcano 3. Quando Dick si metteva a scrivere roba commerciale in genere i risultati erano particolarmente originali, ma non nel caso di Vulcano 3. Se buttate in un frullatore quindici romanzi di fantascienza del 1954 scelti a caso, forse otterrete Vulcano 3, probabilmente qualcosa di meglio.C'è un mio amico cantautore che mi dice sempre di comprare i dischi che nelle recensioni sui giornali prendono il voto più basso possibile. E se un disco prende zero, bisognerebbe per forza averlo in casa, esposto nello scaffale del salotto. Dice anche, il mio amico cantautore, che si tratta di una teoria del tutto empirica e che la stampa italiana non ha poi tutto questo coraggio, mentre quella inglese, in particolar modo nel passato, ha dato delle belle soddisfazioni; come quando di Velvet Undeground & Nico si disse “con questo album i fiori del male sbocciano rigogliosi, qualcuno dovrebbe calpestarli prima che si espandano”, o come accadde a qualche album di Zappa, ad Astral Weeks di Van Morrison e persino a Exile on main street, o come quando Lester Bangs massacrò Kick out the jams.
[...] Entrare in possesso di Vulcano 3 fu un notevole trionfo. Mi ricorderò sempre di come lo ripescai da una cassa di tascabili mezzi ammuffiti che era stata infilata sotto uno scaffale, tolsi la polvere dalla sua magnifica, orripilante copertina (Lawrence Sutin, nella sua biografia di Dick, dice che occupava «un meritato posto in Purgatorio, in quanto riempiva metà di un tascabile double-face Ace Double del 1960») e dovetti praticamente prendermi a pizzicotti per convincermi che non stavo sognando: era proprio Vulcano 3, cazzo! L’avevo trovato! Ovviamente, a quel punto dovetti prendere e leggermelo, quel benedetto libro.
[...] A Dick avrebbe fatto piacere vedere Vulcano 3 recuperato e messo a sedere come un aborto in mezzo agli angeli? È impossibile saperlo. Verso la fine della propria vita Dick cominciò a trovare strane virtù anche nelle sue opere giovanili più mediocri, in parte perché tendeva a vedere tutti i suoi romanzi e racconti precedenti come barlumi premonitori dell’illuminazione religiosa che aveva avuto nel 1974 [...]
L’asserzione implicita che sta dietro al boom di credibilità di Dick è pressappoco questa: Ecco uno scrittore che parte dall’iconografia pop della fantascienza, ma lavora con tale originalità e verve – e intensità emotiva – da creare un suo genere personalissimo, surreale e scatenato, con immense capacità di umorismo e disperazione, e di critica sofisticata alla cultura capitalistica (malgrado, ehm, certe scelte infelici nella prosa). Costui merita la vostra seria attenzione tanto quanto qualunque scrittore realista. E tutto questo già non era tanto facile da mandar giù. Ai guardiani della nostra cultura letteraria bisogna poi richiedere una notevole elasticità mentale, se si va ad affermare: Ah, sì, e questo stesso tizio, il surrealista visionario imbevuto di cultura pop, avete presente? Ecco, ha scritto anche otto romanzi sconcertanti e indimenticabili in un severo stile realistico piccoloborghese: un po’ un incrocio fra Richard Yates e Charles Willeford. Anche questi vale la pena di leggerli (malgrado, ehm, certe scelte infelici nella prosa). Questo doppio dietrofront forse è un po’ troppo. E nonostante questo, anche il peggiore di quei romanzi realistici sarebbe una lettura più gratificante di Vulcano 3. Non è per insistere…
Ecco, voglio provare ad applicare lo stesso ragionamento alla letteratura, e senza rischiare troppo penso di poter iniziare tranquillamente da quella fantascientifica. Quindi ora sapete quale sarà la mia prossima lettura: quel libro «recuperato e messo a sedere come un aborto in mezzo agli angeli». Se funziona, ve lo dico.
L'ho letto qualche mese fa. Eeee bellissimo non lo definirei, in effetti :D
RispondiEliminaScrivere un post per diffondere il vostro ebook è stato un piacere, veramente: perché è un piacere scaricare ebook così ben fatti. A presto!
i romanzi di Dick non fantascientifici, non sono un granché, lo confermo.Mi piace l'idea dei libri "resuscitati". Tornerò senz'altro per conoscere la tua opinione su Vulcano 3.
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