lunedì 26 marzo 2012

Dialettica (11)

L'Emilia è un posto dove la religione vien sempre dopo il realismo: pragmatismo, si dice, mi pare. È così da molto, moltissimo tempo, soprattutto nell'entroterra piatto e monotono delle province centrali, tanto che non si fatica a capire come le idee socialiste e comuniste della prima ora abbiano attecchito così bene, qui. E perciò, nel nostro dialetto modenese, o almeno in quello novese – cioè di Novi di Modena, il mio natìo borgo selvaggio: un paesello di qualche migliaio d'anime che ha ancora un punto preciso che si chiama la dogana, lì dove s'incontrano e s'incrociano le tre province di Modena, Reggio Emilia e Mantova, che una volta eran tre stati e, insomma, poi si capisce perché a Novi abbiano aggiunto "di Modena" – fin dal tempo dei miei bisnonni, classe 1905, per definire due persone che stanno insieme senza essere sposate, prima ancora di chiamarle morosi, si dice che quelle due persone lì i fan l'amor, fanno l'amore. In barba a Dio e ai governi. Secondo me è bellissimo.

(Poi, niente, oggi, oltre a essere il centodiciannovesimo compleanno del compagno Palmiro Togliatti, che se ci chiedi se l'abbiamo fatto apposta ti rispondiamo di sì anche se non è vero, con la mia bella signora son sette anni che facciamo l'amore.)

5 commenti:

  1. Si dice anche dalle mie parti, dove le idee socialiste e comuniste della prima ora non hanno attecchito affatto.

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  2. nel maceratese è sinonimo di corteggiare. io e la mojera secondo mia nonna Corintia facevamo all'amore che lei non era manco maggiorenne (benty)

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    1. ecco, forse lì è un po' colpa del fatto che eravate stato della chiesa.

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  3. Anonimo4:58 PM

    Tutto questo è molto bello, davvero. I miei avi sono di pochissimi chilometri più a nord. Tra mantova modena verona e rovigo. Auguri ai compagni vivissimi. (Simone, che poi non capisco perché non mi faccia fare il login con wordpress, uffa!)

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