lunedì 25 ottobre 2010

A tavola con Tiziano Fiorveluti: cous cous sacrilego

Cuocete il cous cous. Usate quello pronto, seguendo le istruzioni sui pacchetti. Qualche purista si infurierà, ma, per parafrasare Ugo Tognazzi ne La grande abbuffata, quando gli fanno notare che molta carne è surgelata, “Chi siamo noi per fermare il progresso ?”

Andrà condito con guanciale di maiale, tagliato a dadini e soffritto lentamente in padella con uno spicchio d’aglio (se non è troppo grasso, potete metterci un cucchiaio d’olio) e con broccoli lessati in acqua salata. A questi uniremo (abbondando) chiodi di garofano e peperoncino.

In molti associano il cous cous alla religione musulmana. Se questo può esser vero, è anche vero che gli arabi lo hanno lasciato in eredità ai popoli da loro assoggettati nel corso della Storia e quindi oramai questa gustosa base di carboidrati è una cosa internazionale. Tuttavia, per quelli più ottusi e per i tipi à la Borghezio, che faceva pisciare i maiali sui terreni nei quali dovevan sorgere le moschee, un piatto del genere può rappresentare una libidinosa alternativa ideologica. Per gli atei come il sottoscritto, viceversa, si tratta semplicemente di una roba buona. Non ce l’ho con l’Islam, almeno non più che con la religione cattolica. Il nome dunque va preso per quello che è: “Una boutade” (per essere eleganti).

2 commenti:

  1. Anonimo9:44 PM

    ... secondo una recente indagine conoscitiva nel nord Italia ci sono più maiali, che uomini. Da qualche parte stì maiali, dovranno pur pisciare no ?

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  2. Anonimo1:31 PM

    Non sono i maiali. E' un asino che ne raccoglie la piscia apposta per buttarla da un'altra parte, il problema. Se per te non è un problema, io ho due cani. Dimmi dove abiti, che ti porto la merda.

    T.F.

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