lunedì 28 dicembre 2009

di quella volta in cui stuprai Giacomo Casanova

un amico che lavora alla Marcos y Marcos mi ha iscritto a un concorso letterario, il Bookjockey Day. In otto ore che son volate via come ridere si è parlato di cover letterarie e letteratura rinnovabile. Ero nel gruppo "Paura", il mio allenatore Paolo Nori.

Ci han dato un testo di Casanova da riscrivere:
GIACOMO CASANOVA
Memorie scritte da lui medesimo

Mangiammo tutti di buon appetito, poi le donne ci prepararono due grandi letti di paglia fresca e ci coricammo al buio, perché l'unico mozzicone di candela esistente in quel triste abituro si era spento. Eravamo stesi sulla paglia da appena cinque minuti quando il frate mi grida che una femmina è andata a sdraiarsi accanto a lui, e contemporaneamente sento l'altra che mi abbraccia. Io la respingo, il monaco si dibatte; la mia spudorata insiste, faccio per alzarmi, ma il cane mi salta alla gola e per la paura sono costretto a rimettermi buono buono sulla paglia; il frate grida, bestemmia, si divincola, il cane abbaia a tutto spiano, il vecchio tossisce come un cavallo; è un vero pandemonio. Finalmente Stefano, protetto dalla pesante tonaca, si sottrae alle carezze della sua megera, affronta il cane, riesce ad agguantare il bastone e comincia a menare colpi a dritta e a manca. Una delle due donne caccia un urlo: «Ahi, Dio mio!» Il frate risponde: «Questa è sistemata». Così tornò la calma: il cane, senza dubbio colpito da una bastonata, non abbaiava più; il vecchio, che forse Stefano aveva spacciato, non tossiva più; i bambini dormivano; e le donne, temendo le cortesie del frate, si tenevano prudentemente alla larga. Rimanemmo tranquilli per il resto della notte.
e questa è la mia cover terrorizzante:
Mangiammo come maiali, io, Gianni detto “Il Frate” e Andrea “il vecchio”. Le femmine preparavano la roba sul tavolino, acciaccate sui due grandi divani color paglia. Ci coricammo con loro, quasi al buio, ché l’unica lampadina dell’abituro s’era fulminata. Stavamo stesi sul divano da cinque minuti, strafatti, il vecchio con una tosse da cavallo, quando il Frate mi grida ch’è ora e si prende una femmina accanto. Contemporaneamente abbraccio l’altra, ma mi respinge. Il Frate si dibatte sulla sua femmina e lei comincia a gridare, faccio per alzarmi, ma il cane mi salta alla gola e per paura mi ributto sul divano. Il Frate grida, eccitato, bestemmia, il cane abbaia a tutto spiano, il vecchio tossisce ancora; è un vero pandemonio. Finalmente Gianni, con le braghe calate, estrae un grosso coltello e comincia a menare colpi a dritta e a manca. La sua femmina lancia un urlo: «Ah! Dio mio!» Il Frate risponde: «Questa è sistemata». Così tornò la calma: il cane, zittito, non abbaiava più; il vecchio, che era rimasto a guardare e a pippare, non tossiva più: la mia femmina, giuro, pareva morta, anche quando la sbattemmo nel bagagliaio; i vicini dormivano beati, al Circeo. Rimanemmo tranquilli per il resto della notte.

Angelo Izzo, da Memorie scritte da me medesimo
Non ho vinto, ci mancherebbe, era tutto fortunatamente basato sul sorteggio. Non so nemmeno se la cosa che ho scritto e che han pubblicato sul sito sia querelabile o meno, dato che parla di fatti e cose e persone reali. Poi questa è tutta una scusa per dare una botta di vita al blog, che langue da un po'. Ciao.

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