Nella stanzetta in cui Aleksej Maksimovič Peškov, meglio conosciuto come Maksim Gor'kij, scriveva le sue opere, ma soprattutto dove decideva se i manoscritti degli altri andassero bene o meno, c'è un tavolo con una teca di vetro. Quando la mia signora si è avvicinata per guardare meglio, ha subito detto ridacchiando una cosa che ho capito come «Ma toh, ma guarda, Gor'kij era un cocainomane».
Preso così alla sprovvista, sono andato a vedere anch'io, e sotto la teca c'era un barattolino pieno di roba bianca, con un pennello a lato. E allora ho capito che prima non avevo capito e, ricontrollando per bene sulla guida plastificata che avevo preso all'ingresso la data precisa del soggiorno a Capri dello scrittore, mi sono battuto una manata sulla fronte esclamando: «Ma toh, ma guarda, Gor'kij era un coccoinomane!»
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