martedì 7 luglio 2015

Lo specchietto appannato

Che poi, io, non le sopporto, le commemorazioni.
Commemorazioni.
Già la parola, con tutte quelle emme.
Quelle emme di memoria, memento, memento mori, ricordati che devi morire, che fan venire il magone.
"Silvia rimembri ancor..." e compagnia cantante.
Commmemmorasioni. Dicono da queste parti, quelli che ci vanno sempre.
E ci sono anch'io, con loro.
Stiam  tutti lì, contriti. Che anche questa come parola: contriti. Vuol dire che ti hanno preso, tagliato per il lungo, per il corto, tritato e poi, col piatto del coltello e i diti, ti han messo lì, in un mucchietto, a star mogio, zitto, triste, con tutti gli altri.

E perché poi, alla fine, uno che non ci vuole andare (nella fattispecie io, il sottoscritto) ci va?
Mica per gli amici, i conoscenti, le persone che ci trova, sempre, come ogni anno, a quelle cose lì.
Siam  mica quelli della messa di natale o dei saluti dell'anno nuovo.
Siam mica quelli dei sorrisi e stretta-di-mano-tutto-bene-a-casa?-grazie-anche-a-voi
Siam lì, anche controvoglia (e vedi invece, che bella parola controvoglia, come se ci fosse un desiderio opposto e forte uguale a un desiderio, che per sua specie, punta al piacere) perché ci commuoviamo, ci vien da piangere, e lì sì ci muoviamo e mormoriamo, ma tutti insieme, come coro greco, come corpo muto, anche se non ci si conosce, anche se non ci son disgrazie comuni.
O beh.
A dirla bene, di solito, salvo qualche rarissima e fugace gioia, son tutte disgrazie comuni, o feste a metà, che cominciano alla grande e poi franano giù, come un ubriaco che lancia il brindisi e cade nel fosso.

E ripensandoci, Morti di Reggio Emilia, quando la sentivo da piccolo, di straforo (anche qui gran parola, la s che si insinua nel tra che si sta buttando nel foro, praticamente un doppio salto olimpico in una tinozza) alle feste dell'Unità, ma mai dalle balere, solo di sguincio, di traverso, mentre andavo per mano ai nonni e cercavo le giostre o le baracchine coi giochi, come nei sogni che non ricordi al mattino, non la capivo, ma restavo sempre impressionato da quel finalone "uscite dalla fossa / fuori a cantar con noi Bandiera Rossa!" e all'epoca chi poteva risalire dalla fossa per me eran solo due categorie, mica esistevano le morti apparenti, il coma vigile, la morte celebrale, guarda il fiato sullo specchietto e via dicendo: o eri uno zombie, o eri Gesù Crist.

Anzi...forse pure Gesù Crist era uno zombie.
Forse era il primo.

Comunque, io, stasera, in piazza Prampolini, a Reggio nell'Emilia, ci vado.
A sentire questa e altre canzoni, a sentire questa e altre storie. Forse anche a cantare.
Si sa mai che certe idee tornino in vita, mentre tutti son distratti dall'uragano del denaro.

E porto uno specchietto.