venerdì 14 febbraio 2014

Pirata

Il 2 agosto del 1998, visto che ci eravamo appena diplomati e avevamo da passare quella meravigliosa estate di nulla che ci separava dal primo anno di università o dal lavoro a vita, avevamo pensato bene di fare un bell’interrail in Francia, Belgio e, ovviamente, che eravamo giovani, Olanda. Mi ricordo che avevo fatto di tutto perché il 2 agosto si passasse per Parigi, e nessuno capiva il perché, ma appena scesi dal treno e trovata una camera per dormirci in sei, abbiamo preso la metro e siamo arrivati sugli Champs-Élysées. C’era molto trambusto, nessuno capiva perché, solo io, dopo aver tirato fuori una bandiera italiana dallo zainetto, mi son messo a correre verso le transenne zampettando come un matto. Allora anche gli altri hanno capito: quel giorno lì arrivava il Tour de France, e c’era uno con la maglia gialla e un pizzetto giallo che arrivava a Parigi vittorioso. Sportivamente parlando, fu uno dei giorni più belli della mia vita.

Qualche anno prima, il 12 luglio del 1995, avevo 16 anni, è stata la prima volta che ho versato delle lacrime di gioia per un evento sportivo televisivo. Non sono state tante, dopo, le volte che l’ho fatto, ma se ci penso, credo che siano sempre state per colpa sua.

Il 14 febbraio del 2004 non mi ricordo dov'ero e cosa stavo facendo. Forse me l'ha detto qualcuno, forse l'ho letto su internet, forse l'ho sentito alla tv o alla radio. Boh. Non mi ricordo niente. Ma non dev'essere stata una bella giornata. Non avevo neanche la morosa.

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