lunedì 3 febbraio 2014

Dialettica (16)

Mangio il fritto misto, me ne pento subito, mangio le patatine, bevo il solito vino cattivo da sagra e faccio il solito giro per la festa che finisce, come al solito, alla pista da ballo dove c’è l’orchestrina e i nonni che ballano.
Mi metto a guardare i ballerini abbronzati, le ballerine in paillette, i capelli cotonati anche al mare [...] Guardo le coppie che sono sempre le stesse e quelle che cambiano, certi settantenni coi sorrisi così sicuri e i denti così bianchi che non sembra neanche che li mettano nel bicchiere prima di dormire, guarda come li fissano le signore della prima fila di sedie, quelle col ventaglio e i mariti che non ballano, guarda come se li litigano le ballerine sole, quelle che non si capisce se sono sempre state signorine o se lo sono ritornate da poco, e guarda come fanno finta di niente, loro, con quei pantaloni beige e quelle polo color aragosta.
Fanno tutti i valzer, le polke, le mazurke, e tutti quegli altri balli che non si capisce com’è che li sanno fare tutti, quando li hanno imparati, se è una cosa che facevano anche da giovani o che è arrivata con le rughe e l’ingrossamento della prostata, e come tutte le altre volte mi chiedo se anch’io, un giorno, mi sveglierò coi fianchi più larghi e le tette più grosse, con le calze contenitive e un armadio di grembiali e maglie con le paillette, e andrò dal parrucchiere una volta a settimana a farmi cotonare i capelli e saprò la differenza tra una polka, una mazurka e una polka-mazurka.

(kumquat su FriendFeed)
Mio nonno dice che per ballare la mazurka devi ripeterti in testa "131, 131, 131" (sèintrentùn, sèintrentùn, sèintrentùn). La mazurka è in 3/4. La polka in 2. Non serve neanche la musica, per ballare: basta contare.

Noi che siamo venuti su a punk e rock'n'roll (se ci è andata bene), e balliamo da soli anche quando siamo in tanti i nostri quattro-quarti sparati a volume alto, e non siamo tanto a nostro agio col dialetto, dopo i trent'anni abbiamo anche il coraggio di dire che non abbiamo più l'età per andare in pista.

Quando sono in casa da soli, delle volte, che si incrociano in corridoio, lei magari con uno straccio o un mattarello in mano, lui che è appena rientrato dal giardino dove ha fumato una mezza sigaretta, si vede che gli parte in testa il sèintrentùn, sèintrentùn, sèintrentùn, allora mio nonno prende mia nonna, così, senza dirle una parola, e comincia a prillarla di qua e di là, due o tre giri. Sèintrentùn, sèintrentùn, sèintrentùn.
Dura finché dura il corridoio. Poi si staccano, non si sono ancora detti niente. In casa c'è silenzio. Lei va a finire di dar giù la polvere o di tirare la sfoglia, lui va a leggere il giornale, o a mettere a posto le cose nell'orto.

1 commento:

  1. è la forza del sèintrentùn, sèintrentùn, sèintrentùn

    RispondiElimina