sabato 27 luglio 2013

Il ritorno de La scala senza cima

"paura eh?" (cit.)

Questo martedì che viene, martedì 30 luglio, a Carpi, in un posto dove anni fa ci proiettavo i film del cinema estivo all'aperto e che da ieri sera, venerdì, ospita una rassegna cittadina per tutti quelli che non sanno dove andare mentre lottano con l'afa e delle ferie ne parlano come di miraggi nel deserto, rimetteremo in scena una versione accorciata ma sempre completa de La Scala senza cima: un breve discorso con lunghe letture sul Noir.
Il posto è il Chiostro di San Rocco, la rassegna si chiama Coccobello.
Cominciamo alle 22 e andiamo avanti per un'oretta circa.
(sul sito del comune c'è scritto 21 ma si son confusi)
Il programma delle serata lo trovate sul sito del comune di Carpi che si chiama Carpidiem.
Come la prima volta, lettori ufficiali della serata saranno il compare Many e l'attrice Stefania Delia Carnevali, alle musiche saremo supportati dall'eccellente Filippo Bergonzini, vecchia conoscenza e veterano di Barabba, mentre il sottoscritto cercherà di imbastire la storia e le biografie dei migliori autori del genere.

Non possiamo darvelo per certo (suspance) ma potrebbe anche arrivare nel corso della serata un super ospite d'onore...

domenica 21 luglio 2013

Come si dice

"D'accordo, c'è di mezzo la morte in quest'impresa della caccia alle balene - una indicibilmente rapida, caotica spedizione di un uomo nell'Eternità, ma che importa? Ci siamo profondamente ingannati a proposito della Vita e della Morte. Io credo che ciò che chiamiamo «la mia ombra» qui, sulla terra, sia la nostra vera sostanza. Penso che, nel considerare le cose spirituali, assomigliamo troppo alle ostriche che guardano il sole attraverso l'acqua, e ritengono quell'acqua densa la più trasparente delle atmosfere.
Credo che il mio corpo non sia altro che la scoria del mio essere migliore. E allora, il mio corpo, se lo prenda chi vuole, se lo prenda pure, quello non sono io. E poi, tre hurrà per Nantucket, e venga la lancia sfondata e un corpo sfondato, quando vogliono, poiché, di sfondarmi l'anima, chi è capace?"

(Herman Melville, Moby Dick, cap. VII; 1851)

***

"Perre si sollevò tra i suoi nuovi compagni e camminò tra i fuochi verso l'altro lato della strada, dove, così gli avevano detto, stavano i soldati prigionieri. Aveva voglia di parlare con loro. Sulla strada una sentinella francese lo fermò e gli intimò di tornare indietro.
Pierre tornò, non però verso il fuoco, verso i compagni, ma verso un carro staccato vicino al quale non c'era nessuno. Piegando le gambe e abbassando il capo, sedette sulla terra fredda presso a una ruota del carro e lungo tempo rimase seduto, immobile, pensando. Passò più di un'ora. Nessuno lo disturbava. Ad un tratto si mise a ridere col suo riso grosso e bonario, così forte che da varie parti taluni si voltarono con meraviglia verso quella strana, evidentemente solitaria allegria.
«Ah, ah, ah!» Pierre rideva. E disse ad un tratto ad alta voce a sé stesso: «Il soldato non mi ha lasciato passare. Mi hanno preso, mi hanno rinchiuso, mi tengono prigioniero. Chi tengono prigioniero? Me? Me - la mia anima immortale? Ah, ah, ah!... Ah, ah, ah!...» Rideva con le lacrime agli occhi."

(Lev Tolstoj, Guerra e Pace, Volume Quarto, Parte Seconda, cap. XIV; 1869)

Great minds think alike, come si dice.

giovedì 18 luglio 2013

martedì 16 luglio 2013

Ricordi dall'epoca del monoscopio: L'amore e la moneta

Una volta, quando ero piccolo, c'era un cantante che si chiamava Cristian. Non mi ricordo se fosse Christian con l'acca o Cristian e basta. Mi ricordo che si chiamava così, senza cognome. Me lo ricordo perché è stato il primo che ho sentito che avesse soltanto il nome, roba che oggi non si distinguerebbe per niente, dato che tutti quelli che adesso escono dalla tv non hanno il cognome.
Cristian (lo scriverò senz'acca) era un cantante che cantava le canzoni d'amore. Un cantante confidenziale, un "crooner", si direbbe oggi. All'epoca, o meglio a quell'età lì, era uno che cantava le canzoni d'amore e le canzoni di Cristian erano tutte canzoni d'amore melense e sdolcinate, e lui era sempre vestito bene con dei completi, oppure con una camicia e un maglioncino a tracolla, come i bravi ragazzi.
Cristian, quando cantava, sorrideva sempre. Poteva anche fare una faccia preoccupata nella strofa, però nel ritornello, di colpo, sorrideva e dava buone notizie alla tipa di turno. Perché Cristian quando cantava faceva sempre una serenata, non è che cantasse del più e del meno. Lui cantava rivolgendosi in prima persona a una donna, e le diceva le parole d'amore.

Cristian era una specie di Iugliglesias all'italiana, e quando nelle trasmissioni dove andava ospite a cantare in playback gli facevano notare la somiglianza, lui non si arrabbiava, anzi diceva che era un complimento, però poi ci teneva a dire che lui era italiano e quindi era principalmente Cristian, e poi solo dopo era una specie di Iugliglesias.
Con Iugliglesias aveva anche in comune l'aver giocato a pallone, questa cosa la raccontò una volta a Domenica In, dove poi cantava mentre in sovraimpressione andavano i risultati delle partite con gli aggiornamenti. Roba che mentre uno cantava di quanto era bella la sua donna e dio mio quanto ti amo amore mio, poi ci veniva scritto "ROMA - AVELLINO 1-0 - Pruzzo" e un po' si perdeva la poesia.

Iugliglesias, sempre a proposito di calcio, aveva giocato portiere nel Real Madrid, però poi non mi ricordo ma credo che avesse fatto un incidente in macchina e allora basta calcio, e poi era diventato un cantante della madonna. Cristian invece aveva giocato nel Palermo, non aveva avuto nessun incidente, credo.
Però aveva sposato una valletta di Domenica In che forse aveva conosciuto dopo un gol di Pruzzo. Si chiamava Dora Moroni e lei sì, aveva avuto un incidente grave in macchina che le aveva stroncato la carriera e l'aveva lasciata con qualche problema, poveretta.

Cristian cantava tre canzoni che mi ricordo. Una era "Un'altra vita, un altro amore" che nel ritornello diceva "Un'altra vita un altro amore ti darò..." e quando partiva il ritornello negli studi televisivi partiva l'applauso. E allora Cristian sorrideva.
Un'altra era una canzone che si chiamava "Cara" e che nel ritornello diceva "Cara, la prima sera, non c'era più l'innocenza della scuola, quella bambina ormai sta diventando donna sempre più..." e un mio compagno di classe la cantava parodiandola "Cara, la prima sega", e tutta la classe rideva, che eravamo piccoli e si rideva con poco.
Poi c'era la canzone che ho sentito per prima di Cristian, si chiamava "Daniela" e nel ritornello si concludeva con "Presto da te ritornerò perché da solo non ci sto, sei sempre tu che amo di più, Daniela". Nel testo diceva "Daniela" circa centomila volte e noi in classe avevamo una compagna che si chiamava Daniela e ogni volta che la chiamavamo per qualcosa non dicevamo il suo nome con la voce normale, ma lo dicevamo come Cristian nella canzone. Lei non ne poteva più, una volta si arrabbiò molto e due di noi presero una nota sul diario. Non ricordo cosa scrisse la maestra, ma mi piace pensare una cosa del tipo "Tiziano prende in giro una compagna cantandogli "Daniela" di Cristian".

Una volta Cristian fece "Daniela" da Mike Bongiorno, penso che la trasmissione fosse Flash ma non ne sono sicuro. Poi dissero che Cristian era andato in uno stato estero, mi sembra uno stato africano, dove la figlia del capo di stato si chiamava "Daniela". Lui le aveva cantato la canzone e il capo di stato aveva fatto coniare una moneta con la faccia di Cristian.
Non ho poi mai avuto conferma di questa cosa, se oggi vedessi Cristian mi piacerebbe chiederglielo.

Perché poi Cristian fu uno che andò a cantare per il Papa, un giorno. Oggi non se lo ricorda nessuno, ma credo che sia stato il primo cantante pop a cantare per il Papa. E dopo di lui lo hanno fatto in tanti, da Battiato a Bob Dylan.

A meno che non mi ricordi male e che Daniela fosse la figlia del Papa. Ma non direi.

domenica 14 luglio 2013

La gente si dividono in due (2)

Quelli che la domenica si svegliano tardi, tipo a mezzogiorno, o che comunque concepiscono che uno abbia poi anche il diritto la domenica di svegliarsi tardi; e quelli che rimproverano quelli che la domenica si svegliano tardi, tipo a mezzogiorno, o che comunque non concepiscono che uno abbia poi anche il diritto la domenica di svegliarsi tardi.

martedì 9 luglio 2013

Schegge di Liberazione

Una specie di ritorno dal vivo, in formato ridotto, per il "campo scout" dell'ARCI.
Precisamente: sabato 13 luglio, alle 22:00, in mezzo al Parco della Resistenza di Monte Santa Giulia a Monchio di Palagano (MO), che è anche un posto molto bello.
C'è scritto tutto qui.

(L'ingresso, ci siamo informati, è gratuito e aperto a tutti.)

sabato 6 luglio 2013

La gente si dividono in due

Quelli che battono le mani durante la marcia trionfale dell'Aida; e quelli che si lamentano apertamente di quelli che battono le mani durante la marcia trionfale dell'Aida.

mercoledì 3 luglio 2013

Scene da un autotrasporto: le perle (2)

"Sai com'è, non vorrei sbagliare e quindi HO MESSO I PIEDI AVANTI."

La cosa buffa è che io ho risposto: "Certo, l'importante è restare con le mani per terra e non montarsi la testa."
E lui ha detto "Eh, esatto, ecco."

Poi mi è arrivata una telefonata: "Non è detto che la strada vecchia sia la più corta."

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Il resto delle perle e lo spiegone della rubrica: qui.

martedì 2 luglio 2013

Gli antieroi: Cristiano Minellono

Cristiano Minellono era stato incaricato di scrivere il testo per una canzone che doveva essere portata a Sanremo da Albano e Romina, visto che l'anno prima avevano avuto un successo clamoroso con Felicità. C'era già la melodia, ma non le parole.
Si adottò il metodo del MASCHERONE. Il "Mascherone" è una roba allucinante che si usa ancora oggi quando c'è una melodia e ci si affida a un autore di testi che debba seguire la linea melodica in maniera precisa. In pratica, si sostituiscono i versi con dei numeri, che danno la cadenza di come dovrà essere il testo. In questo modo si può scrivere un testo a distanza anche senza sentirne la melodia.
Per fare un esempio pratico, l'inizio di Cuore matto di Little Tony sarebbe qualcosa del tipo:

Cinquantasette Quindici Trentuno
Quaratacinque Nove Ventisei
Novantaquattro Cinquanta Ottantanove
Settantasette Dieci Trentatrè

(Un cuore matto che ti vuole bene
e giorno e notte pensa solo a te
E non riesco a farglielo capire
Che tu vuoi bene a un altro e non a me)

Provate a cantare la melodia sui numeri. L'effetto è surreale e, a suo modo, bellissimo.

Comunque, Minellono è lì con in mano il mascherone del pezzo e ogni tanto Al Bano lo chiama per chiedergli quand'è che gli darà il testo, e a che punto siamo e cazzate varie. Solo che Minellono NON HA SCRITTO UNA PAROLA, e mente spudoratamente, ogni volta è costretto a inventarsi delle balle del tipo: "Sto finendo, sto mettendo a posto alcune cose" e cazzate simili.
Fino a quando, un giorno, Al Bano lo chiama allarmato perché HANNO ANTICIPATO IL LIMITE PER LA CONSEGNA DEI BRANI, e quindi ci vuole un testo al volo. Subito.
Minellono non ha ancora NIENTE.
Al Bano gli dice: "Io sto in linea, prendo un foglio e una penna, tu detta e io scrivo. Domani mattina devo consegnare".

Cristiano Minellono, mascherone alla mano, inizia a parlare, si guarda attorno, in stile Kayser Sosa ne I soliti sospetti. E così comincia, a caso, "Dopo il sogno delle Hawaai, come tutti i marinai, attraverso questo mare di cemento...." e poi "Dopo la malinconia che mi prende a ogni bugia, dopo tutta questa voglia di sereno".
E così via, fino all'apoteosi del ritornello:

"Devi crederci, ci sarà una storia d'amore in un mondo migliore..."

Adesso, se volete provare a fare una figata, non appena vi riprendete dallo svenimento, ANDATE AD ASCOLTARLA TUTTA. E poi inchinatevi al genio assoluto.

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(Potrei aver sbagliato qualche dettaglio, ma io la ricordo così, la lessi qualcosa come tre anni fa su VIVAVERDI, il giornalino della SIAE che viene spedito agli autori, e l'ho raccontata talmente tante volte che la memoria in questi casi va a finire che magari con il tempo fa delle aggiunte. Però io la ricordo così, giuro.)